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Esselunga Livorno? Bere tu non puoi....

Il punto vendita di Livorno mette in atto un atteggiamento repressivo, comunicando gli orari all’ultimo momento e impedendo ai dipendenti di bere o alzarsi durante il turno

Livorno -

Bere, un gesto così immediato, in particolare durante un lungo turno di lavoro, affaticati da caldo e mascherina.

Un gesto talmente spontaneo, che si fa fatica a pensarlo come diritto, essendo un bisogno essenziale dell’individuo,

L’Esselunga non fa alcuna fatica. Impedisce ai propri dipendenti non solo di alzarsi per muoversi qualche secondo, in un momento di tranquillità fra una folla e l’altra, ma proprio di bere. I lavoratori vengono di fatto incollati alle sedie, impossibilitati ad aver alcun bisogno, come se fossero esi stessi registratori di cassa.

Il modo di tornare persone è attendere, quando c’è, la propria pausa, arrivare fino agli spazi personali, prendere la bottiglia d’acqua, sostare in un luogo predefinito e autorizzato dall’azienda e finalmente bere.

Va da sé che nei momenti di emergenza, magari con parecchia gente in fila alla cassa, si possa soltanto aspettare.

Non rimaniamo in silenzio, bnonostante le imposizioni di Esselunga.

USB commercio ha raccolto la segnalazione di una lavoratrice, a cui tra l’altro non è stato poi rinnovato il contratto, che ha subito, a nostro avviso, un trattamento assolutamente lesivo della propria dignità. Comportamento che ha avuto, purtroppo, anche delle conseguenze. La cassiera in questione nell’ottobre dello scorso anno, aveva chiesto al proprio superiore di poter bere durante il turno di lavoro a causa di un problema di salute. Insieme alla richiesta aveva anche comunicato la propria disponibilità a produrre un certificato in quanto il proprio medico aveva prescritto una cura specifica. Stiamo parlando di una “banale” cistite ma che, unitamente a lunghi turni di lavoro senza poter bere rischia poi di aggravarsi. E purtroppo così è successo. La lavoratrice, dopo qualche giorno senza poter bere con frequenza, ha subito un ricovero presso l’ospedale di Livorno per una infiammazione acuta ai reni. Proprio in queste settimane anche lei è purtroppo finita nella “lista nera” di chi non ha ricevuto il rinnovo del contratto dopo un anno di lavoro. Insieme a lei anche altri. L’azienda non ha, in realtà, motivato questa decisione in maniera precisa e in questo caso i dubbi e le perplessità sono molte. Non vorremmo che quanto successo sia stato utilizzato, oltretutto, per giustificare il mancato rinnovo.
Ma le problematiche segnalate non finiscono qui. Oltre agli straordinari sistematici i turni venivano comunicati di giorno in giorno senza dare alcuna possibilità ai lavoratori e alle lavoratrici di organizzarsi una propria vita al di fuori del lavoro. Rifiutarsi voleva dire, con tutta probabilità, non vedersi rinnovato il contratto.
A tal proposito la nostra organizzazione sindacale ha inviato una richiesta direttamente all’azienda chiedendo spiegazioni ma la stessa non si è ancora degnata neanche di rispondere. Nei prossimi giorni come Unione Sindacale di Base Commercio saremo presenti di fronte al punto vendita con un presidio e una conferenza stampa per sostenere le ragioni dei lavoratori e delle lavoratrici e chiedere il reintegro immediato della nostra iscritta.

Usb Livorno Settore Commercio