Federculture nei musei civici di Milano anche per 200 operatori di sala: 8,6 milioni di stanziamenti in più per triennio 2026-2028 per l'adeguamento contrattuale nel nuovo bando
Interrotto giovedì 4 diocembre, per la terza volta, il Consiglio Comunale di Milano dai lavoratori in appalto dei Musei Civici per avere risposte certe sul loro futuro, confermando l'impossibilità di avere un confronto con la giunta attraverso canali tradizionali.
Dopo due anni di scioperi, nel Bilancio di Previsione 2026-2028, illustrato in Commissione congiunta Bilancio e Cultura lunedì, si parla esplicitamente dell'appalto degli operatori di sala dei Musei Civici e dell'applicazione del Federculture nel nuovo bando che uscirà nei primi mesi del 2026. Questo ci dà la certezza di ciò per cui abbiamo lottato: che l'attuale, in cui si lavora con il Multiservizi, non verrà prorogato e che, oltre alla volontà politica, sono stanziate le risorse per il Federculture, in particolare 3,3 milioni di aumento per il 2026 e 5,3 milioni per il biennio 2027-2028. Attendiamo ora l'effettiva uscita del bando.
Questa però non è la fine della lotta. Il Federculture è un contratto certamente migliorativo delle condizioni generali dei lavoratori nei musei, ma chi svolge un lavoro pubblico deve essere un lavoratore pubblico. Il lavoro nelle cooperative è fatto di incertezza ad ogni cambio appalto, di ricattabilità e di dilagante part time involontario, che riduce il salario già ampiamente eroso dall'inflazione galoppante.
Il raggiungimento della contrattualizzazione con il Federculture è un passaggio necessario, che già però ci indica chiaramente i prossimi obiettivi: abolizione del part-time involontario, rinnovo del Federculture con il livello più basso dei minimi tabellari ad almeno 2000€ al mese e internalizzazione di tutti i lavoratori in appalto.
La lotta per un lavoro dignitoso nei musei è appena cominciata.
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