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Finanziaria di guerra. Anche per la Ricerca iniziano i tagli a favore delle armi di Rearm Europe: 28 ottobre presidio al MEF

Roma -

Finanziaria 2026, il governo italiano, di estrema destra, si mette sull'attenti rispetto alle politiche europee degli armamenti e taglia i finanziamenti anche alla ricerca pubblica o a partecipazione statale. Il progetto REARM chiederà ai paesi europei SEIMILA OTTOCENTO MILIARDI IN DIECI ANNI per dotare l'Europa di inutili armi, là dove, a decidere sarebbero le guerre atomiche eventualmente innescate da USA, RUSSIA e CINA.

Quanti ospedali, quanti investimenti per la collettività saranno negati, insieme a salari più giusti e assunzioni?

 Per la ricerca, i segnali sono chiari. Gli enti stanno ricevendo i primi messaggi: tagli ai fondi ordinari; stabilizzazioni negate, comprese quelle che la CISL meloniana aveva concordato SOLO per una minoranza dei precari INAF e INGV; previsti solo pochi spiccioli nella norma che avrebbe dovuto sbloccare il discriminato salario accessorio dei ricercatori/tecnologi ISTAT.

Anche il principale ente di ricerca ‘privato’ a completo finanziamento pubblico, l’Istituto Italiano di Tecnologia, ha ricevuto un cospicuo taglio che andrà a minare duramente la trattativa del rinnovo contrattuale!

Evidenti, quindi, gli effetti della devoluzione da res publica a res militaris in una finanziaria che continua a prevedere sanatorie per gli evasori e a mantenere il fisco sulle nostre spalle.

USB non ci sta e rilancia la mobilitazione e prepara lo sciopero del 28 novembre!

 Il primo appuntamento per la ricerca è al MEF il 28 ottobre alle ore 14:30 con lo striscione "More Research, Less War".

Come la grandissima mobilitazione di questi giorni dimostra, il popolo italiano è contrario ad alimentare guerre e genocidi, che impediscono di costruire la pace. Siamo invece tutti ostaggi di quei 'pensatoi' guerrafondai, come questo "Bruegel", addirittura ospitato al MEF il 28 ottobre e al quale USB, in presidio, farà sentire il dissenso dei cittadini. Le nostre tasse devono adare in stato sociale e ricerca, non profitto per le lobby delle armi e della guerra!

Abbiamo le idee chiare su come utilizzare quei 6800 miliardi di Rearm: non ai 'ladri delle borze' di trilussiana memoria. Ma a Sanità, ambiente, salari, assunzioni, scuola, pensioni.  E alla ricerca e a chi la fa!