FISCO: USB P.I., IN ATTO POLITICHE INIQUE E CLASSISTE
Ad ottobre negli uffici fiscali dieci giorni di mobilitazione e confronto con utenti
Mentre dal G20 di San Pietroburgo il Presidente del Consiglio Letta ed il Ministro dell'Economia Saccomanni continuano a raggirare gli italiani parlando della centralità della lotta all'evasione, i dati relativi alle entrate tributarie dei primi sette mesi del 2013 inchiodano il governo alle proprie responsabilità.
L'aumento delle entrate tributarie è determinato, infatti, dall'aumento di circa il 4% delle ritenute sui redditi dei lavoratori dipendenti del settore pubblico, mentre il gettito Iva (l'imposta maggiormente evasa) crolla di circa il 5%.
Se abbiniamo questi dati con il vergognoso condono elargito alle concessionarie delle slot machines e con i tagli di decine di milioni di Euro che si abbatteranno sul comparto del fisco, penalizzando ulteriormente l'attività di contrasto all'evasione, abbiamo un quadro estremamente chiaro degli interessi che la politica fiscale di questo governo continua a tutelare.
Mentre si inasprisce la pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti che già sopportano circa l'80% del carico fiscale, si lasciano indisturbate le grandi rendite e i grandi patrimoni, utilizzando ancora una volta lo strumento del condono per fare cassa.
Alle politiche fiscali profondamente inique e classiste del governo, l'USB P.I. Agenzie Fiscali reagisce promuovendo, a partire dagli inizi di ottobre, dieci giorni di mobilitazione all'interno degli uffici con assemblee nei posti di lavoro e momenti di comunicazione e confronto con l'utenza, per continuare a chiedere investimenti e risorse nel comparto, ed una politica fiscale che finalmente colpisca quel 10% della popolazione che detiene il 50% della ricchezza nazionale.
Un percorso di mobilitazione che condurrà allo sciopero generale del 18 ottobre all'interno del quale la tematica della necessità di un fisco equo e giusto troverà adeguata rappresentazione.