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Argomento:

FISCO: USB, STRUMENTALE LA POLEMICA FRA VERTICI AGENZIA E GOVERNO. VERA POSTA IN GIOCO È SMANTELLAMENTO MACCHINA FISCALE

Roma -

 

COMUNICATO STAMPA

 

La questione degli incarichi dirigenziali all’Agenzia delle Entrate è strumentalmente utilizzata da entrambi i contendenti: dai vertici dell'Agenzia, in nome di una presunta autonomia del sistema Agenzie; dal Governo, per sferrare l'attacco definitivo al comparto e garantire agli evasori di agire indisturbati.
 

In tutte le sedi  l’USB P.I. Agenzie Fiscali ha espresso la sua opposizione alle politiche retributive messe in campo dai vertici dell'Agenzia delle Entrate, che hanno garantito laute retribuzioni a pochi e condannato la stragrande maggioranza dei lavoratori a non immaginare alcun futuro di crescita professionale e salariale.

D’altro canto, i mancati investimenti su un comparto che, a fronte di obiettivi sempre più elevati, ha subìto una consistente riduzione del personale, dimostrano che i governi di turno non hanno avuto nessuna intenzione di combattere l’emergenza evasione fiscale.
 

Ora, tutti i provvedimenti in materia fiscale assunti dal governo Renzi, da quello recente sull'innalzamento del tetto per l'utilizzo del contante a quelli contenuti nella delega fiscale, che hanno depenalizzato tutto ciò che non andava depenalizzato; fino alla propaganda sull'eliminazione della Tasi, che porterà grandi risparmi per i ceti più ricchi mentre i pochi spiccioli risparmiati dai lavoratori verranno letteralmente divorati dagli aumenti della micro tassazione locale e dei ticket sanitari, parlano chiaro su quale è la politica fiscale di questo esecutivo.
 

Per perpetrare tali politiche all'infinito, senza alcun tipo di ostacolo, occorre smantellare la macchina fiscale e magari renderla totalmente asservita al governo. La chiusura di circa 100 uffici dell'Agenzia, che costringerà i lavoratori alla mobilità, sottrarrà servizi alla cittadinanza, trasformando intere aree geografiche in terra di nessuno dal punto di vista del controllo fiscale, non è altro che l'anticipazione del disegno che questo governo ha in mente: un fisco leggero, “liquido”, che si ritira dai territori e che recupera le tasse soltanto da lavoratori dipendenti e pensionati.
 

Tocca a chi quotidianamente lavora negli uffici rompere l'accerchiamento ed inviare un segnale forte, sia all'Amministrazione che al Governo.  Il 20 novembre, giornata dello sciopero generale del lavoro pubblico indetta dall’USB P.I. per chiedere veri aumenti contrattuali, dovrà essere per i lavoratori del fisco l'occasione per rivendicare percorsi professionali e salariali per tutti, investimenti sul fisco contro ogni ipotesi di chiusura degli uffici, e rilancio della funzione sociale della lotta all'evasione.