FIUMICINO: USB, I LAVORATORI DIFENDONO IL POSTO DI LAVORO
IL SINDACATO HA IL DOVERE DI RIMANERE AL LORO FIANCO
Non può sorprendere nessuno che i lavoratori Alitalia dell’aeroporto di Fiumicino abbiano preso coscienza della mole di esuberi e si ribellino a licenziamenti ingiusti. La loro reazione, che non è uno sciopero bianco ma consiste nell’attenersi legittimamente a quanto previsto dalle procedure operative, si inquadra in una situazione dello scalo potenzialmente esplosiva, perché il personale che sarà collocato in mobilità comincia a essere individuato e identificato.
Tra i lavoratori di Alitalia di volo e di terra che stanno per essere messi in mobilità, molti sono tra i più sacrificati, che hanno sempre operato con orari massacranti, spesso con un numero insufficiente di addetti.
L’accordo quadro non ha dato le risposte attese ed è un accordo carente e insufficiente che ha di fatto rinviato un problema occupazionale enorme nel territorio, in ambito aeroportuale e nel trasporto aereo.
Sono dunque sconcertanti le dichiarazioni del Ministro Lupi, che trova “intollerabile e incomprensibile” la reazione dei lavoratori.
L’USB non lascerà mai da soli i dipendenti che in questo momento sono allo sbando e continuerà a operare incessantemente per arrivare a “esuberi zero”: non uno slogan, ma una necessità per risolvere il degrado occupazionale di questa società e del comparto.
L’USB chiede che si ritirino i provvedimenti che riguardano i licenziamenti di 2.171 lavoratori e che s’inizi immediatamente a lavorare per la costituzione del bacino per il ricollocamento certo degli addetti del settore. Sono più di 9.000 le persone che hanno perso il lavoro. Non c’è più tempo da perdere. Non possono essere sempre i lavoratori a pagare per gli errori delle aziende