FLEX Tireste: confermata in appello la sentenza di 1° grado. Lavoratrici e lavoratori vincono ancora
Non era scontato perché già i tribunali d’appello di Milano e Reggio Emilia, pur accogliendo integralmente i ricorsi presentati da lavoratrici e lavoratori, avevano optato per una “conferma” della Corte Europea.
La corte d’appello di Trieste ha invece scelta per la piena conferma delle richieste di lavoratrici e lavoratori: andando a sentenza e riaffermando, quindi, che Flex è il vero datore di lavoro e ribadendo che i rapporti di lavoro stanno in capo non alle Agenzie di somministrazione bensì all’utilizzatore, cioè Flex.
Per la nostra organizzazione è di vitale importanza la conferma dell’orientamento della Corte di Giustizia Europea, secondo cui lo staff leasing (somministrazione a tempo indeterminato) è contraria al principio di somministrazione che deve essere invece a tempo determinato.
Per USB si apre la strada per smantellare un elemento che sanciva per legge il “precariato stabile”, ossimoro che ha impedito a migliaia di lavoratrici e lavoratori di potersi garantire un futuro stabile e un rapporto di lavoro fondato sulla dignità, non sul ricatto del precariato.
La storia:
Lavoratori somministrati con anzianità fino a 13 anni. Precari da una vita, hanno iniziato il loro calvario in Alcatel Lucent e Flex, dopo aver acquisito lo stabilimento di Trieste nel 2015 non ha mai inteso mettere rimedio a questa situazione.
Lavoratrici somministrate che hanno deciso di diventare madri mai più richiamate in servizio (ne contiamo almeno 10), busta paga da somministrato che non fa garanzia in banca per un prestito o un mutuo, calvario del rinnovo da 1 mese, 3 mesi o un anno, sempre pronti a lavorare tutti i festivi e le domeniche perché sei precario e ricattabile.
E dopo l’ultima crisi aziendale del 2022 per l’evidente incapacità di Flex di fare industria e una progressiva dismissione dello stabilimento triestino accompagnata dalle altre sigle sindacali, il benservito: tutti i somministrati, sacrificabili secondo la proprietà, sono stati allontanati con la chiusura del contratto di fornitura di manodopera con le agenzie di somministrazione.
La nostra organizzazione non ha mai creduto che l’utilizzo indiscriminato della somministrazione fosse un dato di fatto da accettare supinamente e la cancellazione con un colpo di spugna di più di 70 rapporti di lavoro un atto legittimo.
Abbiamo promosso i ricorsi con lavoratrici e lavoratori e nel 2023 la dott.ssa Bortolami, giudice del Tribunale del Lavoro di Trieste e a seguito confermata dal dott. Ancora per gli altri ricorrenti, ha cancellato oltre 20 anni di soprusi riscontrando la sussistenza del rapporto di lavoro a tempo indeterminato con Flex (non più con l’agenzia di somministrazione) ordinando la reintegra dei ricorrenti, risarcendo il danno e condannando l’azienda alle spese di giudizio.
Una sentenza che speriamo farà riflettere chi ha fatto della flessibilità (cioè il precariato) il leitmotiv della propria azione imprenditoriale e di chi accompagna sindacalmente le aziende in meccanismi sempre più intensi di sfruttamento e ricattabilità.
Sarebbe utile introdurre strumenti legislativi per prevenire le storture che questi lavoratori e lavoratrici hanno dovuto subire per oltre un ventennio e auspichiamo una visione di politica industriale che ad oggi questo governo, come altri in passato non ha saputo ancora esprimere.
Viva le lavoratrici e i lavoratori ex-precari della Flex!
USB Federazione di Trieste