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Incontro alla Presidenza del Consiglio su flussi migratori per motivi di lavoro. Cambiare le modalità non cambia nulla, rimane l’impianto farraginoso e inefficace dei flussi migratori

Roma -

Alla presidenza del consiglio, con la presenza del sottosegretario Mantovano, si è svolta la riunione sulla modifica dei flussi migratori in Italia, alla presenza delle organizzazioni sindacali.

Le proposte del Governo, partendo da un presupposto sostanzialmente giusto, ossia:

  • che il click day è andato in mano a intermediari disonesti e a trafficanti di nulla osta ad alto prezzo,
  •  che i meccanismi di assunzione di lavoratori stranieri sono inapplicabili per mancanza di rispetto dei termini temporali stessi decisi dallo Stato, in teoria in 8gg si dovrebbe svolgere l’accettazione di tutta la pratica, quando sappiamo che realmente i tempi spesso sono più lunghi dello stesso periodo di impiego stagionale,
  • che solo il 3% dei lavoratori giunti con i flussi hanno sottoscritto un contratto di lavoro regolare in Italia.

Sono seguite proposte che cambiano di poco l’impalcatura del sistema dei flussi: più click day, click day regionali o per settori di lavoro, promessa di aumento di personale amministrativo, (dal 2022 si aspetta l’immediato aumento di personale negli uffici preposti, ma ancora si vedono pochi cambiamenti), precompilazione delle domande nei paesi di provenienza, decisione unilaterale del governo italiano di implementare corsi di formazione in paesi terzi (senza consultazione dei paesi sovrani?), riaffermazione del Piano Mattei dato sostanzialmente in mano alle aziende Bonifiche Ferraresi.

Ribadito quindi l’impianto primatista dell’intervento sull’immigrazione, l’esponente di governo ha chiaramente dato il parere negativo ad ogni tipo di possibile regolarizzazione per motivi di lavoro per le centinaia di migliaia di lavoratori, già presenti sul territorio italiano.

Su questo terreno come USB abbiamo rappresentato l’esigenza di intervenire con correttivi semplici e facilmente realizzabili:

  • concedere a tutti i lavoratori migranti presenti sul territorio italiano in attesa di permesso di soggiorno, un permesso temporaneo di ricerca lavoro,
  • permettere la conversione del permesso di soggiorno per richiesta di asilo e protezione speciale in permesso per lavoro.

Al tavolo tutti erano concordi sul riconoscere di un grande numero di lavoratori presenti in Italia ed in attesa di PdS, e che questo grande numero di lavoratori sarebbe utile al superamento, denunciato in varie occasioni dalle associazioni datoriali, della crisi di forza lavoro soprattutto in diversi settori lavorativi, ma le proposte governative non sembrano essere risolutive.

Oggi nelle campagne si rischia di lasciare a terra i prodotti, nei cantieri edilizi c’è carenza di personale, mentre la maggioranza dei servizi alla persona e dei servizi turistici si regge con grande impiego di personale straniero: quasi sempre sfruttato e tenuto sotto ricatto proprio dai meccanismi discriminanti della legge Bossi Fini.

Ancora una volta, di fronte ad una eccezionale carenza di forza lavoro, ad una eccezionale presenza di lavoratori stranieri in attesa di essere regolarizzati, si sceglie la strada della propaganda politica.

Alla fine della riunione, è stato annunciato che la proposta governativa sarà messa in campo nei prossimi giorni con un Decreto Legge.

Per USB, per la conoscenza che abbiamo delle difficili condizioni di vita che soffrono le migliaia di persone oggi in attesa, anche di un anno, per accedere ai meccanismi contorti dell’accoglienza dello stato italiano, non rimane che invitare i lavoratori migranti vittime dell’inefficacia del sistema fallimentare dell’accoglienza, a continuare ad organizzarsi ea preparare le mobilitazioni necessarie per contrastare le politiche ventennali di discriminazione nei confronti dei lavoratori immigrati.