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G20 Ricerca a Trieste: no al profitto unico obiettivo. Venerdì 6 presidio

Trieste -

Trieste, con 40 centri di Ricerca e oltre 10 mila persone impiegate nel settore detiene il record mondiale di 37 Ricercatori ogni 1000 abitanti, quasi il 5% della popolazione. Probabilmente per questo è stata scelta come “palcoscenico” per la riunione dei ministri dell’economia digitale e della Ricerca scientifica in occasione della presidenza italiana del G20, nelle giornate del 5 e 6 agosto.

Il G20 è il forum internazionale delle 19 economie più grandi del mondo e l’Unione Europea, che rappresentano più dell’ 80% del PIL globale, il 75% del commercio e il 60% della popolazione del pianeta.

I ministri si confronteranno sui temi che mettono al centro scienza, innovazione ed economia digitale assecondando le politiche neoliberiste e proponendo ancora una volta una Ricerca che nel terzo millennio si pone come primo obiettivo il profitto quale strumento nelle mani del capitale nell’ambito della competizione globale interimperialista.

VENERDÌ 6 AGOSTO - PRESIDIO in PIAZZA della BORSA dalle ore 10:00 - per rivendicare una Ricerca Pubblica finalizzata alla sostenibilità ambientale perché “innovare” non significa creare profitto ma cultura, cura sociale e ambientale per “conservare” il pianeta e la vita delle popolazioni che lo abitano prima di arrivare a un punto di non ritorno!

GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE - CONTROFORUM G20 : “la Ricerca che serve ai popoli” sulle pagine di USB nazionale.

La recente pandemia ha evidenziato l’inadeguatezza degli Stati ad economia capitalista nell’affrontare l’evento pandemico a causa della mancanza di una economia pianificata che metta al centro il bene della collettività. La successiva guerra commerciale sui vaccini, ha reso concreti gli effetti di anni di politiche che hanno volutamente ridimensionato e

marginalizzato la Ricerca Pubblica a favore di quella privata. Affidare i vaccini alle multinazionali farmaceutiche ha comportato gravi ritardi e costi raddoppiati agli Stati che prima hanno finanziato la Ricerca delle imprese private dalle quali hanno poi dovuto acquistare i vaccini.

QUAL È LO SVILUPPO CHE VOGLIAMO AFFIDARE ALLA RICERCA?

Se la “crescita” dei Paesi si misura in termini di PIL, inevitabilmente la Ricerca guarderà solo al profitto senza considerare la sostenibilità sociale

ed ecologica che invece determina il modello nel quale i popoli vivono e la qualità della vita che viene loro garantita.

La Ricerca diventa quindi paradigma del modello di sviluppo e rimane stretta dentro la contraddizione, tutta interna al capitalismo, tra sviluppo sostenibile e profitto/competizione globale.

USB sostiene una Ricerca che guarda allo sviluppo in termini sociali, culturali, sanitari, ambientali, in termini di sostenibilità e non di carattere bellico/militare, una Ricerca che mette al centro il pianeta e la vita dei suoi abitanti, homo sapiens compreso.

VOGLIAMO UN PROGRESSO VERO!

Vogliamo una Ricerca orientata nella giusta dimensione, anche economica e sociale, capace di individuare i terreni sui quali articolare lo sviluppo per restituire ai popoli uno strumento di miglioramento della loro qualità della vita.

Chiediamo che i finanziamenti pubblici siano vincolati ad una Ricerca Pubblica, vogliamo rimettere in discussione i brevetti e l’idea che pochi si possano appropriare di qualcosa che esiste in natura e che invece deve rimanere patrimonio di tutti, ragionare sulle necessità sociali della comunità globale e non solo di quelle dei Paesi cosiddetti avanzati.

Non vogliamo una Ricerca che diventa proprietà di pochi.

Chiediamo di riconquistare una Ricerca a servizio della collettività!

 

Unione Sindacale di Base