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Giornata di mobilitazione a Ragusa dei lavoratori migranti: per non dimenticare Dauda, contro lo sfruttamento lavorativo, regolarizzazione immediata di tutti e abolizione della Bossi Fini

Ragusa -

Più di 300 lavoratori migranti, organizzati dalla Federazione del Sociale di Ragusa, hanno oggi scioperato, lasciandolo a terra pomodori, zucchine, melanzane e lo hanno fatto per un duplice motivo: evitare che sul caso Dauda cali il silenzio, richiedere una velocizzazione delle pratiche di rilascio del permesso di soggiorno, oggi fondamentale per avere cittadinanza e un contratto di lavoro dignitoso.

La mattinata è iniziata davanti all' Ufficio Immigrazione della questura di Ragusa, dove ai trecento manifestanti giunti in pullman dalla fascia trasformata, si sono uniti le centinaia di lavoratori in fila fin dalle prime ore del mattino.

Una delegazione è stata ricevuta da un dirigente dell’Ufficio Immigrazione al quale sono state rappresentate le difficoltà causate dal ritardo nello svolgimento delle pratiche, difficoltà, che oggi troviamo in ogni città e sono di sola responsabilità del Governo attuale, ma anche dei governi precedenti. USB sta facendo pressione in ogni prefettura per individuare modalità di velocizzazione delle pratiche, con la consapevolezza che solo l’abolizione della Bossi Fini ed una regolarizzazione di tutti i lavoratori immigrati può risolvere la crescente crisi davanti le questure.

Stiamo continuando a dare fiducia agli sforzi degli Uffici Immigrazione, ma sappiamo che la situazione è esplosiva e ciò che esplode non si può contenere.

Successivamente ci siamo spostati davanti al Tribunale di Ragusa, dove abbiamo avuto un incontro con il Presidente del Tribunale.

Rispetto della dignità umana e di ogni legge dello Stato sono state ribadite durante l’incontro, in questo contesto non possiamo accettare che la scomparsa di Dauda finisca nel dimenticatoio, e faremo di tutto per evitarlo.

USB si impegna per continuare a tenere accesi i riflettori sul caso, perché Dauda, come tutti sanno, ha pagato la denuncia di una condizione lavorativa al di fuori di ogni criterio di sicurezza, di regola, di rispetto della persona.

Con le delegazioni delle federazioni provenienti da Catania e da Palermo si è deciso di rilanciare l'iniziativa politica interessando nelle prossime settimane il mondo della politica siciliana, passi principali per non fare cadere l'attenzione sul caso sarà continuare la mobilitazione, impegnarci per permettere alla moglie di Dauda, rimasta sola con due figli in Costa d'Avorio, di avere la possibilità di costituirsi parte offesa nel procedimento.

Sicurezza sul lavoro, contratti regolari e salario giusto sono un obiettivo strettamente legato alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri, quindi alla Abolizione della Bossi Fini.

Unione Sindacale di Base