Giustizia: il governo fa solo ciò che gli interessa, non ciò che serve ai cittadini. Stabilizzare i precari PNRR è una priorità per il paese: 26 novembre presidio davanti Funzione Pubblica a sostegno degli emendamenti presentati
Gli emendamenti ci sono, le risorse anche. Quello che manca è la volontà del Governo.
Questa è la situazione della vertenza per la stabilizzazione dei precari del PNRR Giustizia. Migliaia di lavoratrici e lavoratori, qualificati, entusiasti di lavorare nel settore della Giustizia, che il 1° luglio verranno mandati a casa.
Una storia di ordinaria follia, molto italiana e che, in quanto tale, renderà fiera la Presidente del Consiglio, molto impegnata sulla separazione delle carriere che interessa al Governo e quanto disinteressata rispetto alla stabilizzazione dei precari della Giustizia che interessa i cittadini.
La manovra di bilancio “light” è talmente leggera da non aver nemmeno sfiorato situazioni che richiederebbero una quantità di risorse relativamente modesta per risolvere problemi importanti, come nel caso del PNRR Giustizia, la cui stabilizzazione di tutti i precari avrebbe portato 6mila posti di lavoro stabili in più e un’iniezione di giovani professionalità essenziale per il sistema Giustizia.
Ma orma è evidente a tutti che questo Governo è concentrato sul mantenimento del potere, in quest’ottica va letta la questione della sua longevità, e non sul miglioramento di questo Paese. Per fare ciò sta riducendo gli spazi di agibilità democratica e ha arruolato i sindacati cosiddetti “firmatari”.
Non aveva fatto i conti però con chi crede in un mondo e in un Paese diverso.
Un Paese in cui il lavoro è un diritto, in cui investire sul settore pubblico significa investire sul benessere dei cittadini, in cui la Giustizia è una priorità.
Molti dei lavoratori e delle lavoratrici precarie credono in questo Paese migliore ed erano in piazza con un milione di loro concittadini negli scioperi generali del 22 settembre e del 3 ottobre.
E anche se non potranno scendere in piazza il 28 novembre nello sciopero generale contro la legge di bilancio, a causa della legge sugli scioperi, lo faranno il 26 novembre dalle ore 10,30 davanti al Ministero della Funzione Pubblica a Palazzo Vidoni per chiedere che in quella legge siano approvati gli emendamenti presentati che prevedono la stabilizzazione, anche graduale, di TUTTI e 12mila i precari.
USB PI