Grande successo dello sciopero generale tra i ferrovieri: il fronte contro la sottoscrizione del contratto si rafforza
Una grande conferma del consenso accumulato dal fronte del no al contratto dei ferrovieri: questo testimonia l’alta adesione dello sciopero generale nel trasporto ferroviario. Alle 14, infatti, risultavano ferme il 90% delle frecce, il 70% degli Intercity ed un dato dei regionali che, al netto dei treni garantiti, di Trenord e delle linee regionali di Piemonte e Val D’Aosta che erano escluse dallo sciopero, si attesta ben sopra il 55%. Dati altissimi per uno sciopero generale che, di solito, riscuote minor successo di uno organizzato su una singola vertenza. I ferrovieri, oltre alla contrarietà al contratto, hanno espresso anche una forte opposizione alle politiche di guerra e di complicità con il genocidio palestinese del Governo Meloni: un segnale che riteniamo importantissimo.
A Piazzale della Croce Rossa, organizzato da UCB, SGB, Cub ed assemblea personale viaggiante, un partecipato presidio ha rappresentato tutto il disagio della categoria. Una delegazione è stata ricevuta dal Ministero cui sono state esposte, nuovamente, tutte le criticità: la vertenza sul contratto dei ferrovieri non può essere considerata chiusa con questo dissenso, con lavoratrici e lavoratori che vedono aumentare l’orario di lavoro mentre diminuisce il salario. È stato ricordato anche lo scandalo delle RSU scadute e non rinnovate nel gruppo FSI da ormai 7 anni: una questione di democrazia sindacale centrale e che va affrontata al più presto.
La scelta di Trenitalia che ci viene segnalata di non cancellare i treni, portando le persone in stazione per poi vedere i ritardi aumentare e le vetture ferme, non sta facendo altro che dare messaggi controproducenti ed aumentare un caos che non può certo essere imputato a sindacati che hanno indetto lo sciopero oltre un mese fa.