I lavoratori portuali non lavorano per la guerra: stop al genocidio del popolo palestinese, apertura immediata di corridoi umanitari, porti chiusi per le armi e no a Rearm EU
La due giorni del meeting internazionale "i lavoratori portuali non lavorano per la guerra" alla quale hanno partecipato delegazioni provenienti da Francia, Grecia, Paesi Baschi, Cipro, Slovenia, Amburgo e la presenza di altri osservatori, si è conclusa con il risultato della condivisione di un documento imperniato su una piattaforma di 4 punti: stop al genocidio del popolo palestinese, apertura immediata di corridoi umanitari, porti chiusi per le armi e Stop a Rearm EU.
Il documento impegna le organizzazioni e lancia una giornata comune di lotte coordinate nei porti europei e mediterranei.
In attesa della consultazione interna chiesta da alcune sigle, possiamo dire che è un risultato fino a poco tempo fa insperato.
Alla due giorni ha partecipato anche Jamal Jaffreh del PNFTU del sindacato palestinese che ha portato una grande testimonianza e incitato alle lotte.
Adesso, siamo in attesa di capire se e come la Flotilla sarà attaccata e ci stiamo preparando nel caso alla riposta di sciopero e blocchi che abbiamo preannunciato.
Anche in questo caso siamo sicuri che la due giorni di portuali ha collaborato a costruire una rete di solidarietà e supporto che sarà molto preziosa, adesso e per il futuro.