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Argomento:

Igiene Ambientale, nessun aumento salariale nel rinnovo del CCNL. Il 22 aprile anche i lavoratori del settore scendono in piazza a Roma

Nazionale -

Mentre milioni di lavoratori e lavoratrici sono stritolati nella morsa del caro vita e l’inflazione si avvia a superare il 7%, con una stima di crescita che la attesta fra il 10 e il 14%, le associazioni datoriali del settore igiene ambientale hanno la faccia tosta di presentarsi al tavolo del rinnovo contrattuale con una proposta a dir poco indecente, che rappresenta un precedente pericoloso anche per tutti gli altri settori.

Per lor signori parlare di aumenti salariali fissi sui minimi retributivi non va più di moda; pertanto, introducono la genialata della mancetta “una tantum” che però deve essere legata all’aumento della produttività delle aziende. Vale a dire… ti do la paghetta solo se mi fai guadagnare di più!

Un vero e proprio ricatto sulle vite degli operai del settore che da decenni vengono già sottopagati, sfruttati al punto da rimetterci la salute, tanto che le patologie croniche legate a questa attività usurante sono salite alle stelle. Un vero e proprio ritorno alla schiavitù, verrebbe da dire, visto che quella mancetta vorrebbero pagarla senza versarci neppure i contributi e con molto comodo, cioè nell’anno successivo a quello di riferimento. Ma il paradosso è che questa proposta scandalosa viene avanzata mentre le aziende del settore continuano a registrare utili milionari, mentre stanno per prendersi una pioggia di finanziamenti dal PNRR e di contro si apprestano a scaricare su lavoratori e cittadini i costi dell’aumento delle tariffe di gas, luce e acqua.

Ancor più vergognoso è l’allineamento di Cgil, Cisl, Uil e Fiadel a siffatta proposta e indecente il solito richiamo allo sciopero solo per ottenere sovvenzioni per loro ai tavoli di contrattazione e non per i lavoratori che fingono di rappresentare. Infatti, se negli ultimi trent’anni i salari sono aumentati in tutti i paesi occidentali tranne che in Italia, dove sono diminuiti del 2,9%, lo dobbiamo proprio ai sindacati di comodo che continuano a firmare contratti a perdere.

Va detto che l’arroganza delle associazioni datoriali non è sostenuta solo da Cgil, Cisl, Uil ma anche dal Governo Draghi, il quale continua ad opporsi alla proposta di USB di introdurre una legge sul salario minimo garantito, l’unica “arma” contro il caro vita e l’impoverimento costante di milioni di lavoratori e lavoratrici ma anche delle nostre pensioni, ormai ridotte al lumicino. Anzi, si fa beffa del popolo e decide di trascinarlo in una pericolosa escalation di guerra, aumentando i finanziamenti destinati alle spese militari e al riarmo!

Governo, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil ci vogliono poveri e sottomessi!

Noi rispondiamo con la lotta al grido

ABBASSATE LE ARMI ALZATE I SALARI

Venerdì 22 aprile ore 14

Piazza della Repubblica a Roma

MANIFESTAZIONE OPERAIA

USB Lavoro Privato