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Igiene ambientale, un settore ostaggio dello strapotere di Utilitalia e dei sindacati amici

Nazionale -

Si conferma, se mai ce ne fosse bisogno, quanto avevamo denunciato nelle manifestazioni davanti alla sede di Utilitalia a Roma e quelle dei sindacati complici in molte città: la pandemia era solo una scusa per cancellare definitivamente le RSU nelle aziende d’igiene ambientale

Con un colpo di mano degno di un regime delle banane, a gennaio hanno licenziato le rappresentanze sindacali elette liberamente dai lavoratori. Lo sbandierato accordo fra Utilitalia e Cgilcisluil per indire entro lo scorso giugno le elezioni RSU, era carta straccia, una menzogna utile solo a prendere tempo. Era invece chiaro da subito il messaggio che la contrattazione aziendale e le relazioni industriali devono essere un’esclusiva dei sindacati compiacenti per certificare la loro sopravvivenza e assicurare i privilegi dei burocrati sindacali in distacco permanente e le poltrone nei CdA degli enti bilaterali.

Mentre indisturbati trattano sui tavoli nazionali un sistema di relazioni sindacali per blindare i tavoli e rafforzare la presenza dei sindacati “amici” nella contrattazione aziendale, i padroni prendono tempo per portare a casa gli effetti del nuovo codice degli appalti del Governo Draghi, oltre a mettere mano a livelli e mansioni naturalmente a ribasso.

Nessuna piattaforma rivendicativa discussa con i lavoratori, le poche informative che trapelano dai tavoli provengono dalle associazioni padronali. In compenso firmano accordi congiunti per accaparrarsi parte dei finanziamenti destinati alla cosiddetta Transizione Ecologica. Chiedono 10 miliardi di euro entro il 2035 per realizzare impianti di produzione di biocombustibili da rifiuti che ingrasseranno i profitti delle multiutility e magari incrementeranno il business dell’ecomafia stimato attorno ai 20 miliardi annui (371 clan già si spartiscono la torta con imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi).

Nessuna ricaduta positiva sull’occupazione mentre l’impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica avrà effetti disastrosi pagati dalla collettività.

Se i padroni usano la pandemia per fare cassa, i “loro” sindacati, liberi dalle rappresentanze elette dai lavoratori, si dedicano al mercato clientelare delle tessere, merce di scambio per privilegi, favoritismi e ricatti. La contrattazione aziendale è ridotta al lumicino, i comitati aziendali per il contrasto al Covid 19 sono un lontano ricordo, e il settore d’igiene ambientale continua a pagare un prezzo alto in termini di infortuni e morti sul lavoro.

Noi non arretriamo e daremo battaglia in tutti i posti di lavoro per un rinnovo di contratto dignitoso che recuperi quanto è stato perso negli ultimi 20 anni:

  • allineamento salariale alla media europea;
  • riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario;
  • titolarità delle rappresentanze elette dai lavoratori nella contrattazione nazionale e aziendale;
  • maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, tutela e prevenzione alla salute, riconoscimento del lavoro usurante per gli operatori ecologici.

Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato