Il 23 maggio tutto il settore ferroviario sciopera dalle 01.00 alle 23.59 (escluso Manutenzione Infrastrutture RFI) La lotta non si ferma!
Il 23 maggio, il personale delle attività ferroviarie torna a scioperare su tutto il territorio nazionale dalle 01.00 alle 23.59 a sostegno del rinnovo contrattuale, dal quale sarà esclusa il personale della manutenzione infrastrutture di RFI che ha già scioperato l’11 aprile scorso, ribadendo il consolidato dissenso verso l’accordo del 10 gennaio 2024 e verso l’acquisizione contrattuale dei disastrosi criteri normativi che lo caratterizzano.
Questo sciopero si colloca dentro quel percorso sviluppato dal basso, insieme ad Assemblea Nazionale del personale viaggiante, CUB e SGB, che da mesi vede scioperi, con percentuali di adesione eccezionali, per reclamare salari migliori, condizioni di lavoro sostenibili, recupero di tutele per salute e sicurezza, come da piattaforma elaborata e deliberata dal basso.
Dall’altra parte, l’intero sistema di contrattazione e rappresentanza del settore ferroviario, nonostante l’indiscutibile successo degli scioperi, ha ignorato le istanze dei lavoratori e lavoratrici, scaricando sull’utenza i disagi derivanti dalla mancanza di assunzione di responsabilità, facendosi scudo di una commissione di garanzia svilita nel ruolo di braccio armato a difesa degli interessi aziendali.
Tutto questo accade mentre nel gruppo FSI esiste un problema di democrazia grande come una casa: da 7 anni (ovvero più di due mandati) non si rinnovano le RSU, con loro anche il ruolo di Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) fondamentale in un settore ad alto rischio, e si tiene lontana la trattativa del loro CCNL dagli stessi ferrovieri.
Gli ultimi contratti nazionali sottoscritti recentemente dalle federazioni dei trasporti (marittimi, porti, logistica e autoferrotranvieri) vedono alcune costanti pericolose che non possono che allarmarci:
- Aumenti contrattuali spacciati all’11/12%, quando reali sono al 6% medio annuale, con una perdita di migliaia di euro di potere di acquisto a danni dei lavoratori e lavoratrici;
- Nessun miglioramento normativo, anzi ulteriori peggioramenti;
- Nessun rilancio sulle tematiche legate al ruolo RLS e su salute e sicurezza;
- Nessun referendum o consultazione tra i lavoratori;
Questi sono i motivi per i quali, nonostante tutti gli sforzi messi in atto dal sistema, i ferrovieri non hanno nessuna intenzione di lasciare in pace i “manovratori”:
La lotta continua!