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Basta censura sulla protesta degli autoferrotranvieri, 24 febbraio 2025 è sciopero nazionale di 24 ore

Nazionale -

In questi ultimi giorni si torna a sostenere, con un’impostazione unilaterale e ideologica, che gli scioperi nel trasporto pubblico locale non servano a nulla e che il diritto di sciopero debba essere ulteriormente limitato o abolito. Una posizione che, oltre a essere completamente fuori dalla realtà, rappresenta un attacco frontale ai diritti dei lavoratori e alla democrazia sindacale.

USB Lavoro Privato, respinge fermamente tali affermazioni. Il diritto di scioperare è un sacrosanto diritto costituzionale: riconosciuto ad ogni lavoratore per manifestare il proprio dissenso e chiedere più tutele, migliori condizioni di lavoro e maggiori risorse per garantire un servizio pubblico adeguato. Quando si sciopera, non lo si fa per capriccio, ma per protestare contro la gestione inefficiente e inadeguata del trasporto pubblico locale. Un settore ancora privo di risorse economiche sufficienti, a partire dai salari degli addetti, che restano troppo bassi e non all’altezza della professionalità e dei sacrifici richiesti.

Anche quando l’iniziativa di sciopero viene esercitata con motivazioni di carattere politico, andando oltre la specificità contrattuale del settore, rimane un atto legittimo di protesta, di critica, di condanna alle specifiche scelte politiche, o di un istituzione o del governo stesso; queste influiscono sulla vita di tutti i cittadini, quindi dei lavoratori, che hanno il pieno diritto di protestare, manifestare, scioperare esprimendo la loro opinione su tutti gli eventi sindacali e politici.

Un esercizio di diritto che pesa enormemente a chi attacca le astensioni dal lavoro degli addetti ai vari settori del traporto persone: non riescono a digerire che migliaia di lavoratori, pur perdendo parte della loro retribuzione, scelgono di contrastare quelle politiche che semplicemente non condividono con l’unico strumento a loro disposizione. Il diritto di sciopero è costantemente aggredito attraverso nuove normative, delibere spesso illegittime dell’CGSSE e leggi al fine di renderlo inefficace.

Se ne facciano una ragione; ad oggi, la stessa legge “antisciopero”, applicata ai servizi pubblici essenziali prevede, determinandone le modalità di utilizzo, lo sciopero con motivazioni di carattere politico.

Gli scioperi degli autoferrotranvieri non sono un atto di sfida verso i cittadini, ma una manifestazione di indignazione verso una politica che, anno dopo anno, ha portato il settore in una condizione di grave difficoltà.

Non si può ignorare che il trasporto pubblico locale sottodimensionato e con scarse risorse, oltre a danneggiare i lavoratori, compromette il servizio per l’intera cittadinanza: è così che si creano disagi per chi ogni giorno ne dipende. Penalizzare ulteriormente l’esercizio del diritto di sciopero come suggerito da certi ambienti, oltre a confermare uno stato di regime autoritario, non farebbe altro che silenziare chi lotta per migliorare la situazione, permettendo a chi gestisce il settore di continuare a operare senza alcuna pressione.

La protesta sindacale è uno degli strumenti politici di difesa dei diritti e di pressione sulle istituzioni per ottenere risposte concrete a problemi cronici e urgenti, come la carenza di fondi e la scarsa attenzione verso i lavoratori del trasporto pubblico.

Invitiamo stampa ed istituzioni a smettere di sminuire il valore dello sciopero, affrontando il problema nel merito: il settore necessita di investimenti reali, che rispondano alle esigenze di miglioramento del servizio e di garanzia di salari dignitosi per chi lavora ogni giorno per la collettività.

Il diritto di sciopero non è negoziabile: 24 febbraio 2025 è sciopero nazionale di 24 ore degli Autoferrotranvieri.

Per un contratto dignitoso, che copra almeno il costo della vita, e poterlo sottopporre ad un referendum che restituisca democrazia al settore. 

Coordinamento Nazionale USB Lavoro Privato settore TPL