Intervento USB per l’ottantesimo anniversario FSM
Cari compagni, cari fratelli e sorelle, cari segretario, presidente e presidente onorario
Un grazie e congratulazioni ai compagni francesi che hanno organizzato questo evento, grazie di cuore.
Vi porto il saluto dei due milioni di donne e uomini, lavoratrici e lavoratori che hanno fatto oggi (2 ottobre) un grande sciopero generale, uno sciopero generale, dopo quello del 22 settembre, che ha visto manifestazioni enormi, abbiamo bloccato tutto: porti, stazioni, autostrade.
Uno sciopero per la Palestina, contro il genocidio, contro l’economia di guerra, contro la complicità del governo italiano con lo stato terrorista di israele, per la fine di tutte le relazioni del governo con israele.
Uno sciopero contro un’economia di guerra che crea schiavi non lavoratori, che affama, bombarda, licenzia, precarizza, che devasta i popoli e i lavoratori, che trasforma tutto in merce: la vita, la pace, il lavoro.
Sciopero e manifestazioni sotto le bandiere di USB e della FSM.
È un onore per me essere qui oggi, nel giorno degli 80 anni della nascita della Federazione Sindacale Mondiale.
La nascita FSM ha aperto una speranza per tutti i lavoratori e in particolar modo per le lavoratrici, le conquiste per le donne lavoratrici nel mondo del lavoro sono il frutto anche della FSM.
Come donne e uomini militanti siamo qui per ricordare e rivendicare la nostra storia ma anche per affermare con forza la nostra funzione in questa epoca buia.
Il mondo è sull’orlo della terza guerra mondiale, siamo di fronte ad un processo di profonde trasformazioni, gli assetti di potere e rapporti di forza consolidatisi dopo la seconda guerra mondiale, sono stati messi in discussione prima dalla fine dell’Unione Sovietica ed oggi da una profonda crisi di egemonia dell’imperialismo occidentale. È in corso una nuova ripartizione del mondo e ogni imperialista sta lottando per assicurarsi la migliore posizione di partenza possibile in questa competizione. La Nato, gli USA, l’EU e Israele stanno portando avanti una lotta spietata che vede la sua più terribile manifestazione nel genocidio del popolo palestinese e nella guerra l’unica via di uscita dalla crisi di sistema.
Questo nuovo scenario che si sta determinando necessita da parte nostra uno sforzo di analisi in grado di adeguare le nostre organizzazioni sindacali alle sfide imposte dalla nuova era di competizione tra blocchi economici in profonda ricomposizione.
La guerra, il peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e dei popoli e le leggi contro il diritto alla protesta, al conflitto sociale, sono oggi gli elementi caratterizzanti questa fase storica e senza alcuna prospettiva di cambiamento, anzi la guerra diventa sempre di più l’unica strada percorribile per un sistema capitalistico in crisi.
Nel nuovo scenario di guerra, che sta cambiando i connotati delle relazioni internazionali e le caratteristiche dei sistemi produttivi, la funzione della FSM e dei sindacati ad esso afferenti è strategica.
Oggi milioni di lavoratori lottano contro la guerra, per il popolo palestinese sotto le bandiere della FSM.
Per noi del WFTU, nel movimento sindacale di classe, il ruolo delle donne lavoratrici è fondamentale. Il ruolo delle donne lavoratrici nel processo lavorativo, nei sindacati, nella lotta politica, può dare ulteriore forza alle lotte di classe del presente e del futuro. Il movimento sindacale di classe si è costantemente battuto per la parità di diritti delle lavoratrici, per l’uguaglianza nel lavoro e in tutti gli aspetti della vita; ha lottato per la fine della schiavitù e della tratta delle donne, per il diritto di voto delle donne, per il loro diritto a partecipare ai sindacati, ai partiti politici, per la loro presenza nelle cariche governative e statali e per la partecipazione delle donne alle attività sociali e culturali.
Oggi, in tutti i paesi capitalisti, le donne lavoratrici sono sottoposte a uno sfruttamento incessante. Si tratta per lo più di lavori part-time, temporanei e non tutelati. Sono pagate meno degli uomini e hanno accesso a pensioni più basse. Le donne che lavorano sono le prime a rimanere disoccupate. In molti paesi la violenza contro le donne è in aumento, le reti di prostituzione e di traffico si stanno diffondendo, la migrazione economica sta separando molte madri dai loro figli e dai loro mariti. Oggi le donne che lavorano hanno diritti di accesso sempre più limitati all’istruzione, alle attività culturali e al tempo libero.
Quando parliamo di “questione di genere” ci riferiamo all’ulteriore sfruttamento che le donne subiscono nella società come conseguenza del loro genere (cioè stiamo parlando di una combinazione di discriminazione sociale e di genere). Queste discriminazioni hanno ripercussioni mentali, culturali e morali, in quanto alle donne viene impedito di sviluppare pienamente e in modo paritario le proprie capacità. Tuttavia, il nocciolo del problema è che questi effetti negativi riguardano in primo luogo le donne della classe lavoratrice. D’altra parte, le donne della borghesia trovano i mezzi e le possibilità per risolvere i loro problemi.
Pertanto, la soluzione e la via d’uscita risiedono nelle lotte comuni di donne e uomini contro il sistema sociale che crea lo sfruttamento intensivo della grande maggioranza degli esseri umani da parte del capitalismo. Dopo tutto, è compito della lotta di classe del movimento sindacale lottare per i piccoli e grandi problemi fino alla liberazione finale della nostra classe.
Unica via per l’emancipazione dalla barbarie del capitalismo è la lotta di classe sotto le bandiere della FSM.
Viva l’FSM, uniti continuiamo
Viva la Resistenza palestinese, che ha risvegliato le coscienze intorpidite di milioni di lavoratori, studenti, popoli in tutto il mondo.