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Israele scatena un'altra guerra in medio oriente con il benestare USA, NATO ed Unione Europea: fermare subito la pericolosissima escation bellica

Roma -

Sembra incredibile ma è proprio così: uno Stato che sta procedendo da mesi con metodicità e furia al genocidio del popolo Palestinese, oggi attacca a freddo un altro Stato, l'Iran, perché sospettato di star realizzando la sua prima bomba atomica. Chi lo attacca, Israele, ha da anni centinaia di bombe atomiche garantite dall'ombrello USA, NATO e UE.

Quindi esistono Paesi che il mondo "civile" ritiene possano avere armamenti nucleari perché sono schierati dalla parte del mondo occidentale e altri che non possono averli perché definiti dai primi "Stati canaglia", per il solo fatto di non condividere e accettare le politiche imperialiste, cioè non stare dalla parte dei cosiddetti "buoni"!

Un intervento, inoltre, scatenato basandosi sul solo sospetto. Un parallelismo con il sospetto delle armi di distruzione di massa che, nel 2003, scatenarono l'intervento in Iraq condannando la regione a decenni di guerre e massacri, è naturale. In quel caso si rivelarono menzogne, come spesso succede allo scoppio di guerre.

Al di là della propaganda ufficiale, che cerca di trovare improbabili buone ragioni a giustificazione di questa nuova aggressione, la realtà emerge con grande evidenza ed è davvero parecchio preoccupante per tutti noi. Israele ha bisogno di distogliere l'attenzione dal genocidio dei Palestinesi: questo ha raggiunto livelli di crudeltà tali da costringere a qualche timida condanna anche quelle Cancellerie Europee e quelle forze politiche italiane, pressoché l'intero arco costituzionale, che fino pochi giorni fa si erano ben guardati dal pronunciarsi contro Israele; dichiarazioni ovviamente senza far neppure balenare l'ipotesi di infliggere sanzioni, che invece di solito vengono sparse a piene mani.


Ma il nuovo fronte può far deflagrare a livelli molto più alti il conflitto, arrivando a coinvolgere l'intero scenario mondiale nel caso gli USA decidessero di entrare direttamente in campo invece di manovrare dietro le quinte. Già i prezzi delle materie prime energetiche hanno ripreso a correre, provocando una crisi energetica per mancanza di approvvigionamenti. Ecco che i tamburi di guerra che sembrano lontani invece riguardano anche noi. Le scelte scellerate dell'Unione Europea e del Governo Italiano sono state di alzare a dismisura il contributo economico al riarmo per la difesa comune europea, come di alzare fino al 5 per cento del PIL il contributo alla NATO. Tutte scelte che si fanno ben sapendo che i soldi andranno trovati riducendo, consistentemente, gli stanziamenti per le spese sociali, i contratti, le pensioni, la sanità, la scuola eccetera; a tutto questo ora si sommeranno anche i rincari della benzina, del gas, dell'elettricità che già ora sono a livelli mai visti.

Una cosa che i lavoratori non devono fare è pensare che questa situazione li riguardi solo marginalmente o, cosa ancora più grave, che sia inutile mobilitarsi.

La Storia ci insegna che i popoli e i lavoratori sanno essere determinanti per costringere i Governi a cambiare politiche interne e internazionali. Oggi si presenta netta la necessità di un scesa in campo per il disarmo, contro la guerra che è sempre contro la povera gente e i lavoratori: serve impedire che le loro guerre siano pagate dai nostri salari e dalle nostre pensioni!


Venerdì 20 giugno 2025 è uno di quei giorni in cui, costruendo un grande sciopero generale possiamo dare un segnale molto forte. Sabato 21 giugno 2025 è uno di quei giorni in cui, scendendo in piazza per una grande manifestazione nazionale, possiamo unire le voci dei lavoratori a quelle di tante e tanti che, come noi, non vogliono essere spettatori passivi: ore 14 Roma - Piazza Vittorio.

 

Unione Sindacale di Base