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ISS: USB, GLI SCANDALI NON RAPPRESENTANO L'ISTITUTO

DOMANI PRESIDIO AL MINISTERO DELLA SALUTE

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Roma -

“L’Istituto Superiore di Sanità è commissariato da luglio e ancora non è chiaro quale sarà il futuro dell’Ente e dei suoi lavoratori, in particolare degli oltre 600 precari che da anni prestano servizio con varie forme contrattuali”,  è la denuncia di Claudio Argentini, del Coordinamento Nazionale USB P.I. “I segnali che arrivano dal Commissario sono tutt’altro che tranquillizzanti, il Ministro non ha ancora concesso udienza alle organizzazioni sindacali per cui ci sono oltre 2.000 lavoratori con il fiato sospeso che non conoscono il proprio futuro”.

 

“È chiaro che la situazione che crea maggior preoccupazione è quella dei lavoratori precari – evidenzia Argentini - per i quali la speranza di vita lavorativa al momento si ferma a giugno 2015. Dopodiché non è dato sapere”.

 

Continua il dirigente sindacale: “Il Ministro deve dirci cosa il Governo intende fare dell’ISS, non solo ai noi e ai lavoratori, ma al Paese per il quale l’ISS deve tornare ad essere ente di riferimento e garanzia sui temi legati alla salute. I recenti scandali non rappresentano l’Istituto, composto da Ricercatori, Tecnici e Amministrativi che con grande professionalità ed enorme dedizione svolgono il proprio lavoro, avendo sempre a riferimento primario i cittadini, ossia quella che noi definiamo la Committenza sociale”.

 

“Domani saremo in presidio davanti il Ministero della Salute per consegnare al Ministro Lorenzin una proposta di norma per stabilizzare i precari attraverso lo sblocco del turn over e l’aumento del fondo ordinario. In questo modo – precisa Argentini - oltre a tutelare un grande patrimonio di professionalità e competenza, si liberebbero le risorse con le quali oggi sono pagati i precari, risorse che potrebbero essere invece utilizzate per rinnovare le apparecchiature e migliorare le condizioni della ricerca. In parole povere, si creerebbero le condizioni per un rilancio dell’ISS”

 

“Con questa proposta vogliamo misurare la volontà politica da parte del Governo di investire sull’Istituto Superiore di Sanità, condizione indispensabile per continuare un dialogo costruttivo. Se dovessimo ricevere segnali negativi reagiremo di conseguenza. Sicuramente - conclude Argentini - come lavoratori dell’ISS saremo in piazza il 24 ottobre, per lo sciopero generale indetto dall’USB contro il Jobs Act che precarizza tutti, contro lo smantellamento della Pubblica Amministrazione e per il rilancio della Ricerca Pubblica.”