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JSW Piombino, allontanare Jindal e dare luogo a una vera nazionalizzazione

Nazionale -

Martedì 14 settembre si è svolto al cinema Metropolitan di Piombino il Consiglio comunale aperto alla cittadinanza e ai lavoratori, presenti il viceministro Alessandra Todde, Marco Carrai per JSW e tutte le rappresentanze sindacali. Come USB abbiamo ribadito, attraverso il responsabile nazionale e regionale dell'industria Simone Selmi, il nostro punto di vista sulla vertenza delle acciaierie. 

Di fronte agli annunci di Carrai e del viceministro Todde in merito all'ingresso di Invitalia nel capitale sociale di JSW, permangono le nostre perplessità, in quanto ancora non è dato sapere quale sarà la percentuale di ingresso. Non vogliamo che si ripeta lo stesso copione dell'Ilva di Taranto in cui i soldi di Invitalia sono serviti solo per licenziare e per permettere ad ArcelorMittal di andare avanti nel suo progetto. 

USB chiede una vera nazionalizzazione, mettendo al centro il lavoro, l'ambiente e la riconversione ecologica degli impianti e non come spesso succede in Italia, il trasferimento di denaro pubblico ai privati (lasciando il controllo delle scelte strategiche saldamente in mano alla multinazionale di turno) senza avere in cambio alcuna garanzia.

Dobbiamo investire per mantenere una moderna produzione di acciaio in Italia, non facendo arricchire le multinazionali.  Ricordiamo che il gruppo indiano Jindal è in attivo e non in perdita e, se avesse creduto veramente nello stabilimento di Piombino, avrebbe potuto già investire il necessario.

A nostro avviso Jindal deve essere allontanata dallo stabilimento perché, a distanza di 3 anni, non è stata capace di rispettare nessuno degli impegni presi di fronte ai lavoratori e alla città. 

Siamo d'accordo con alcune affermazioni del viceministro Todde ma gli esempi esposti, come Termine Imerese, hanno in realtà prodotto molti esuberi. Non vogliamo che ciò avvenga anche a Piombino.

Ci chiediamo dove sia finito il tavolo nazionale sulla siderurgia italiana. A nostro avviso sarebbe urgente aprire subito questa discussione, a maggior ragione se il capitale pubblico entrerà nelle due maggiori società private produttrici di acciaio attualmente presenti in Italia.

Serve assolutamente una sinergia tra i vari poli industriali per dare un segnale di carattere nazionale e per avere più forza nel mercato mondiale in eterna competizione, come avviene negli altri stati europei, ad esempio in Germania e Belgio.

Dalle parole di Carrai si capisce bene che ci saranno esuberi e che questi, a suo avviso, dovranno essere ricollocati nell’area industriale. Chi si dovrebbe occupare di tutto ciò?

USB chiede con forza il prolungamento degli ammortizzatori sociali per tutto il tempo necessario al compimento del piano industriale. La cassa integrazione dovrà essere integrata così come sta avvenendo a Genova e in altri stabilimenti.

La Regione Toscana, presente con il presidente Eugenio Giani, elogia il lavoro del viceministro come se la vertenza di Piombino fosse risolta. Tutti sappiamo che non è così. La Regione, oltre alle chiacchiere, non è mai stata presente a fianco dei lavoratori e della città. Siamo arrivati al momento delle scelte: o si sta con i lavoratori o con le multinazionali.

ll Consiglio comunale si è aperto con l'inno nazionale e i rappresentanti delle istituzioni sugli attenti con la mano sul cuore. La nostra Costituzione, al suo primo articolo dice: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo”. È sempre bene ricordarlo a tutti i nostri rappresentanti.

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