La beffa del taglio del cuneo fiscale
ll tanto sbandierato taglio del cuneo fiscale (attraverso detrazioni o bonus che decrescono al crescere del reddito) dovrebbe approdare nelle buste paga di giugno. Ma, per chi è nel sistema NoiPA, sarà il singolo dipendente attraverso il servizio self service della piattaforma NoiPA, ad esercitare, in base alla propria condizione reddituale, l’opzione circa la fruizione in busta paga del bonus o detrazione, oppure la sua temporanea sospensione. Per chi non è nel sistema NoiPa si presume che questa opzione non potrà essere esercitata e probabilmente si potrebbero allungare i tempi.
In ogni caso un pasticcio, derivante dal fatto che col passaggio dal taglio del cuneo contributivo (calcolato sull'imponibile previdenziale) al taglio del cuneo fiscale (calcolato sull'imponibile fiscale) si producono due effetti:
1) la misura del taglio del cuneo fiscale è generalmente meno vantaggiosa rispetto al taglio del cuneo contributivo per i redditi al di sotto dei 35.000 euro;
2) per chi percepisce altri redditi oltre quelli da lavoro dipendente si potrebbe verificare l'effetto di dover restituire in dichiarazione quanto percepito a causa del conguaglio fiscale.
Una vera e propria beffa, scaricata sul singolo dipendente che, se inserito nel sistema NoiPa, dovrà valutare in autonomia cosa sia più conveniente fare.
Ma soprattutto il fallimento di una politica, anche sostenuta dalle altre sigle sindacali, specie quelle firmatarie del Ccnl Funzioni centrali e pronte a firmare gli altri contratti, che ha eluso la questione salariale affidando al versante fiscale il compito di fare arrivare qualche euro in più in busta paga.
Anche alla luce di questo risulta ancora più grave la responsabilità che si sono assunte le sigle firmatarie del contratto: il combinato disposto taglio del cuneo fiscale (persino più svantaggioso della precedente misura) e miseria degli aumenti contrattuali, aggrava e approfondisce quell'emergenza salariale che colpisce anche il mondo del lavoro pubblico.
Se qualcuno pensa di potersela cavare con le irrisorie risorse stanziate per l'apertura dei nuovi contratti (2 percento annuo) mentre l'inflazione continua a galoppare, troverà la ferma opposizione dell'Usb
Per aumentare i salari occorre alzare i salari per davvero a partire dall'adeguamento al reale costo della vita.
Il resto è propaganda che ogni giorno si scioglie come neve al sole.
USB Pubblico Impiego