La nave Seasalvia torna nel porto di Taranto per un nuovo carico di morte: mobilitiamoci ancora
Nelle stesse ore in cui lo stato illegale di Israele rompe la fragilissima tregua in corso nella Striscia di Gaza, ricominciando i bombardamenti sui civili inermi e mostrando ancora una volta le sue intenzioni genocidarie di cancellazione del popolo palestinese e usurpazione della sua terra, ENI intende portare a termine nel porto di Taranto un nuovo carico di greggio destinato con ogni probabilità alle forze di occupazione di Tel Aviv.
È già accaduto un mese fa, nonostante le proteste e i blocchi che una larga parte della cittadinanza ha realizzato in difesa e solidarietà del popolo palestinese. È accaduto nel silenzio delle istituzioni che scaricarono interamente sui cittadini, sui lavoratori e sulle lavoratrici, la responsabilità di tenere la città di Taranto fuori dalla complicità con il massacro dei palestinesi. Non può e non deve succedere
ancora.
Abbiamo richiesto un incontro urgente al Prefetto di Taranto, ma sappiamo che sarà necessario mobilitarsi di nuovo per ribadire che Taranto non è disposta a diventare ingranaggio della dilagante economia di guerra che alimenta il genocidio dei palestinesi e affama i lavoratori, le lavoratrici e i settori sociali più deboli di tutti i popoli del mondo.
Aggiornamento ore 14:00
Prendiamo atto della indisponibilità della Prefettura di Taranto a confrontarsi sulla vicenda del conflitto in Medio Oriente ed in particolare sull'attracco della Seasalvia nel porto di Taranto previsto per la serata di oggi. Chiaro il tentativo di eludere il confronto, come evidente espressione di una scelta politica. Come Usb, abbiamo comunque consegnato alla Prefettura un documento di richiesta di revoca dell'autorizzazione all'attracco
USB Taranto