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L’anticipo dell’Indennità di Vacanza Contrattuale: il solito provvedimento propagandistico del governo.

Roma -

Con l’ultimo decreto varato dal governo, il DL n. 145 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 244 il 18 ottobre ’23, cosiddetto “decreto anticipi”, il governo ha scaricato sull’anno corrente alcune voci di spesa del 2024, visti gli scarsi margini di bilancio del prossimo anno. Un’operazione finanziaria fatta passare dal governo come un altro bonus a favore dei cittadini. Evidentemente un governo a corto di progetti e di una complessiva visione strategica che procede alla giornata con provvedimenti propagandistici per tenersi a galla.

In particolare, il decreto all’art. 3 dispone l’anticipo di somme per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego per il triennio 2022-2024. Più precisamente, stabilisce in via eccezionale il pagamento anticipato nel mese di dicembre 2023, a valere sul 2024, di un importo pari a 6,7 volte il valore annuale dell’Indennità di vacanza contrattuale (IVC), attualmente erogato ai dipendenti pubblici, salvi eventuali successivi conguagli.

Bisogna far presente che, essendo l’indennità IVC un elemento provvisorio della retribuzione che verrà riassorbito dagli incrementi retributivi del prossimo rinnovo contrattuale, nel 2024 al personale che andrà in pensione potrebbe essere richiesto di restituire le somme anticipate, senza considerare gli esiti della contrattazione all’Aran per il rinnovo del contratto che interesseranno tutti i dipendenti pubblici. Da questo provvedimento, inoltre, è escluso il personale a tempo determinato, nonostante le norme stabiliscano parità di trattamento con i dipendenti a tempo indeterminato.

Questa misura è automaticamente applicabile ai dipendenti statali poiché il governo ha stanziato il finanziamento per l’incremento, ma non ai dipendenti dell’Università. In assenza di pari stanziamento, gli oneri per l’anticipo sono determinati a carico dei rispettivi bilanci, come accade per i rinnovi contrattuali.    
Pertanto, ai sensi del comma 3, art 3 del citato DL 145, le Università possonoerogare al proprio personale dipendente a tempo indeterminato l’incremento dell’IVC per il mese di dicembre 2023, potendo riuscire a trovare i soldi nella cassa e a far quadrare i bilanci.

Ci troviamo ancora una volta costretti, nostro malgrado, a richiamare l’attenzione sul fatto che le retribuzioni nei comparti del pubblico impiego in Italia sono tra le più basse d’Europa e tra questi spiccano per indecenza le retribuzioni del personale TAB delle università.

Va inoltre osservato che ai fini dei rinnovi per il triennio 2022/2024 il governo ha stanziato 5 miliardi euro, di cui 2 miliardi di euro per rideterminare il valore della IVC così come disposto dal “decreto anticipi”.

Una cifra del tutto insufficiente a coprire gli effetti inflattivi e a tutelare decentemente il potere d’acquisto dei redditi da lavoro dipendente nel pubblico impiego. Infine, data l’esiguità delle risorse è lecito ritenere che col prossimo rinnovo non ci saranno fondi disponibili a coprire gli arretrati contrattuali.
Nella manovra finanziaria, peraltro, non è confermato per il 2024 l’importo accessorio “una tantum” erogato nell’anno corrente, evidentemente sostituito dall’incremento della IVC. 
Insomma, togli qua, metti là… come nel gioco delle tre carte.       
Per di più, in caso di superamento dell’aliquota fiscale, l’anticipo potrebbe risultare meno remunerativo per alcuni dipendenti, costituendo in parte un ritorno per via fiscale alle casse dello stato.

Questa è una manovra fatta con extra deficit, di entità molto modesta (per coprire l’inflazione degli ultimi due anni servirebbero oltre 30 miliardi per i rinnovi contrattuali e non i soli 5 stanziati), con un debito pubblico che è il 140% del PIL e con stime di crescita per il prossimo triennio ridicole: 0,9 per il 2023, 0,8 nel 2024. E questo in un quadro di aumento dei costi e di profonda incertezza.

Non si può continuare a rimanere inerti, è ora di reagire con una risposta adeguata delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Università!

PARTECIPIAMO ALLO SCIOPERO DEL PUBBLICO IMPIEGO PROCLAMATO DA USB

https://www.usb.it/leggi-notizia/sciopero-generale-pubblico-impiego-17-novembre-1.html  

NON MENDICARE I DIRITTI, LOTTA PER CONQUISTARLI

Roma, 2 novembre 2023

USB Pubblico Impiego - Università