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CFT Coop Firenze condannata per discriminazione sindacale di un'iscritta USB. L’arroganza antioperaia delle coop “rosse” subisce un'altra sconfitta!

Pisa -

Il Giudice del lavoro di Pisa condanna la CFT Coop di Firenze per discriminazione sindacale e ingiunge il reintegro di una nostra iscritta in azienda.

Si chiude finalmente per una nostra iscritta, Stefania Pardossi, un calvario durato 4 anni, durante i quali è stata costretta ad un trasferimento punitivo ed illegittimo dalla  sede di Pontedera (Centro Freschi) a una sede di Firenze. È stata infatti accertata dal Giudice del lavoro di Pisa la natura discriminatoria del trasferimento, dichiarata la nullità dello stesso e condannata la  CFT a riassegnare la nostra iscritta nella sede di Pontedera, con le medesime mansioni e orario di lavoro, condannando nel contempo la potente cooperativa al pagamento delle spese processuali e ad un  risarcimento danni a favore della lavoratrice.

I fatti risalgono a ottobre 2015, quando, all’interno della CFT nella sede di Pontedera, la CGIL su direttive della coop stessa stipula un accordo per l’applicazione di un part time verticale di 28 ore settimanali, in via sperimentale, da novembre 2015 fino a marzo 2016. 

L’azienda propone quindi ai propri dipendenti la sottoscrizione dell’accordo, senza rispettarne neppure la scadenza, nel silenzio/assenso della CGIL. 

La nostra iscritta e un’altra lavoratrice si rifiutano di firmare il contratto, lasciano la tessera CGIL e si iscrivono a USB.

Nel giro di poche settimane vengono trasferite a Firenze, per ragioni “produttivo-organizzative”. Una delle due lavoratrici si “salva” dal trasferimento per il contestuale ottenimento dei benefici della l. 104/92. La nostra iscritta no, perché si era rifiutata (come dimostrato dalla nostra ottima avvocatessa) di accettare la riduzione dell’orario ben oltre il termine del contratto suddetto.

Come emerso dalle indagini, la CFT  in questo lasso di tempo ha usufruito di diverse ore di straordinario ed assunto altri lavoratori, sia a tempo indeterminato sia interinali, adibiti anche alle stesse mansioni della nostra iscritta, evidenziando così la natura punitiva del trasferimento della nostra iscritta.

In quei mesi abbiamo inscenato di fronte al centro Freschi di Pontedera picchetti e volantinaggi, venendo a conoscenza di un clima intimidatorio molto diffuso tra i lavoratori, molti dei quali migranti. La risposta dell’azienda è sempre stata di arrogante chiusura verso le nostre richieste di incontro e confronto. Alla luce dei rapporti di forza a noi sfavorevoli in quel contesto, abbiamo intrapreso l’unica strada possibile, quella legale.

Stefania, tenace e forte, ha continuato in questi lunghi anni a resistere ed oggi ritorna a testa alta al suo posto di lavoro. Veglieremo quotidianamente perché la sua dignità di lavoratrice e di persona sia rispettata, così come di tutti gli altri lavoratori, che dopo questa lotta esemplare ci auspichiamo si liberino dalla paura di una azienda rivelatasi feroce ma perdente e dal ricatto di un sindacato complice e filo padronale come la CGIL.

 



Unione Sindacale di Base -  Federazione di Pisa