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L’Assemblea nazionale dell’industria USB lancia la mobilitazione per il salario e contro il riarmo europeo

Roma -

Oltre cento tra delegate e delegati del settore industria dell’USB si sono riuniti a Napoli, dalla siderurgia, alla chimica, alla metalmeccanica passando per l’automotive, l’aerospazio, la ricerca applicata all’industria e l’informatica.  Una complessità e una ricchezza che rispecchia la crescita dell’USB, anche nel settore industria. Le operaie e gli operai della Jabil hanno fatto gli onori di casa, un ingresso recente in USB dove hanno ritrovato il sostegno per la lotta in difesa dell’occupazione.

Il Futuro oltre la fabbrica. Un’assemblea nata con lo scopo di superare la dimensione meramente aziendale dei delegati e delle delegate; per rompere l’accerchiamento ed il condizionamento padronale che relega all’aziendalismo.

All’assemblea hanno portato il loro contributo i settori operai dei porti e della logistica, anch’essi legati alla catena del valore. Un’asse di lavoro quello della categoria operaia, che mira a ricomporre il protagonismo e la forza contrattuale della classe lavoratrice, oggi divisa dall’organizzazione del lavoro, piegata dalle politiche di svendita e compartecipazione di Cgil, Cisl e Uil.

Sia gli interventi che il documento finale approvato dall’assemblea hanno sottolineato come le crisi industriali pur avendo una dimensione generale, siano state tenute ben separate tra loro, lasciando mano libera al padronato che oggi si prepara a scaricare sui lavoratori e sul paese i costi della riconversione industriale assieme a quelli di una politica industriale assente e fallimentare.

La condizione di costante abbassamento dei salari, la perdita di potere di acquisto, la crisi del settore industriale, l’innovazione tecnologica, la guerra e la questione ambientale, sono temi in stretta relazione tra loro.

Rearm Europe o il piano di difesa europea, aggiorna in peggio il piano di riconversione industriale di Mario Draghi, sono altri 800 miliardi tolti dalla ricchezza prodotta dai lavoratori e destinati all’industria bellica e al complesso militare.

L’assemblea ha lanciato la mobilitazione contro la guerra, per il rinnovo dei contratti, i salari e lo stato sociale, mobilitazione che vivrà dentro e fuori le fabbriche, con striscioni, volantinaggi, assemblee ed iniziative di sciopero

In un paese saccheggiato da banche e multinazionali, che hanno tolto e tolgono risorse al welfare, alle infrastrutture e che impongono a salari già bassi di stare sotto l’inflazione, Alzare i salari abbassate le armi parla a tutta la classe lavoratrice.

Un percorso di lotta che confluisce e attraversa il secondo e importante appuntamento del 5 aprile a piazza Santi Apostoli a Roma, dove una grande iniziativa di piazza, vedrà tutta la confederazione USB rivendicare aumenti dei salari, delle pensioni, il salario minimo, riduzione dell’orario di lavoro, basta appalti, basta precariato, servono investimenti pubblici in case e infrastrutture. No al riarmo e No alla guerra.

USB – Nazionale Lavoro Privato

Categoria Operaia dell’Industria