L’ennesima aggressione del diritto di sciopero questa volta la fanno direttamente i Padroni. La vera posta in gioco e la dignità del lavoro: risponderemo colpo su colpo
Il Sole24 ore, quotidiano di Confindustria, ha dato notizia che l’AGENS, associazione padronale dei traporti ha presentato una proposta di legge per limitare ancora di più il diritto di sciopero, in Italia dove vige la normativa più restrittiva a livello europeo.
L’AGENS, raccoglie le società Gruppo Ferrovie dello Stato (FSI), nonché le maggiori aziende di trasporto pubblico locale, si tratta di un segnale preoccupante perché viene proposto in un settore dove privatizzazioni, appalti e politiche aziendali hanno mortificato i servizi e colpito salari e condizioni di lavoro, motivi alla base degli scioperi indetti da USB trasporti.
La proposta di AGENS, prevede che: “la possibilità di proclamare lo sciopero nazionale solo da parte di almeno tre delle organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL “in alternativa è previsto n referendum tra i lavoratori che deve raggiungere almeno il 40% dei consensi, nelle categorie. In ogni caso l’indizione deve prevedere un congruo anticipo, rispettare fasce orarie, finestre temporali e se possibile aggiunge ulteriori vincoli di varia natura, un meccanismo che impone tempi biblici.
L’AGENS sa bene che in questo Paese manca una legge sulla rappresentanza e la firma dei contratti nazionali è di fatto riservata a un club esclusivo composto da CGIL, CISL, UIL e sindacati firmaioli a tutti i costi.
La rappresentanza intesa come pieno diritto di associazione sindacale, libera dal ricatto di sottoscrivere contratti irricevibili, è una battaglia su cui l’USB è impegnata da anni.
Il contesto politico attuale vede maggioranza e opposizione, molto attente alle esigenze delle imprese non è un caso che la stessa AGENS si aspetti che “il testo dovrà essere messo meglio a punto in Parlamento…”.
La motivazione di voler proteggere il diritto costituzionale alla mobilità, invocato dall’AGENS risulta palesemente strumentale poiché lo usa per attaccare il diritto di sciopero, strumento di difesa dei lavoratori previsto dalla nostra Carta Costituzionale.
È evidente la preoccupazione delle imprese dei trasporti rispetto al crescente malcontento dei lavoratori per i bassi salari, i diritti tagliati, per l’organizzazione del lavoro che sempre più pregiudica la salute e la sicurezza testimoniata dalla tragica scia di morti sui binari e sulle strade.
È altrettanto evidente che il sindacalismo collaborativo, non riesce a gestire e tamponare il malcontento tra dei lavoratori.
La legge che vincola il diritto di sciopero promulgata nel 1990, ulteriormente peggiorata dagli interventi successivi ha accompagnato il drastico peggioramento delle condizioni di lavoro nei trasporti e nei servizi pubblici essenziali.
Da queste ragioni è partito il ricorso presentato da USB al Comitato Europeo per i Diritti Sociali contro il complesso di norme che comprime il diritto di sciopero garantito a tutti i lavoratori e lavoratrici della UE. Il ricorso è stato dichiarato ammissibile, al tempo stesso i nostri studi legali per verificheranno l’aggiornamento di questa ulteriore aggressione
Qui la posta in gioco è molto di più delle semplici regole d’ingaggio di uno sciopero nei trasporti. Dentro un’economia di guerra e di speculazione inflazionistica, il sistema governativo e padronale sferra un altro attacco alla dignità stessa del lavoro e alla sua capacità di rivendicare gli adeguamenti salariali, i diritti e la sicurezza da parte dei lavoratori e lavoratrici.
Per questo motivo, il diritto di sciopero è un problema di tutti: contro gli attacchi risponderemo colpo su colpo!
Unione Sindacale di Base