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L’inguaribile Brunetta!

Chi si è illuso che la “rivoluzione gentile” annunciata da Brunetta non avesse il medesimo sapore di quelle alle quali ci aveva abituato oltre 10 anni fa, è presto servito.

LUNEDI’ 21 GIUGNO ORE 10.00 MANIFESTAZIONE AL MINISTERO PER LA P.A. (PIAZZETTA  VIDONI) CON ASSEMBLEE ESTERNE CITTADINE DI TUTTA LA GIORNATA NEGLI UFFICI DI ROMA

Roma -

Chi si è illuso che la “rivoluzione gentile” annunciata da Brunetta non avesse il medesimo sapore di quelle alle quali ci aveva abituato oltre 10 anni fa, è presto servito.  Esattamente come nel 2009 il Ministro interviene, attraverso il DL 80/2021 (decreto reclutamento), a gamba tesa sulla materia contrattuale e disciplina per legge e nella maniera peggiore, aspetti che naturalmente dovrebbero essere oggetto del confronto sul rinnovo dei contratti.

Nessuna valorizzazione del personale, nessun riconoscimento della professionalità acquisita sul campo, nessuna risposta al tema del diritto alla carriera: nel DL 80/2021 tutto è declinato secondo il consueto e divisivo armamentario fatto di valutazione e selettività, con percorsi di carriera che trasformano il diritto soggettivo ad avanzamenti economici e professionali in una competizione tra lavoratori e lavoratrici ove peserà il giudizio totalmente arbitrario del dirigente di turno. Nel dettaglio il DL reclutamento prevede:

  • l'indicazione di istituire nei CCNL una quarta area definita delle elevate professionalità che riguarderà una parte assolutamente residuale del personale (alti profili) alla quale verranno riservati percorsi di carriera, mentre tutto il resto del personale è lasciato al palo;
  • le progressioni all'interno delle aree divengono uno strumento non per riconoscere e valorizzare professionalmente ed economicamente il personale, ma per valutare i lavoratori, recuperando persino le famigerate fasce di merito;
  • i passaggi da un'area all'altra non solo confermano la necessità del possesso del titolo di studio richiesto per l'accesso dall'esterno con buona pace del riconoscimento dell'esperienza professionale maturata in decenni di mansioni superiori, ma addirittura prevedono una procedura nella quale verranno considerati gli incarichi già ricoperti, la valutazione ottenuta nel triennio e il possesso di ulteriori titoli (master, dottorati…) rispetto a quelli richiesti per l'accesso dall'esterno;
  • la previsione del superamento dei tetti al salario accessorio invece di rispondere alle legittime aspettative di tutto il personale, è funzionale a finanziare quella parte della riforma Brunetta relativa alla valutazione e alle fasce di merito rimasta inattuata nel 2009.

Nel frattempo nessun intervento sulla inaccettabile tassa sulla malattia né sulla equiparazione nel settore pubblico delle fasce di reperibilità previste per il privato. E sicuramente non viene facilitata, come invece sbandierato, la mobilità del personale che in alcuni casi, come nella sanità, viene di fatto preclusa

Insomma la PA che ha in mente il Ministro ha una natura chiaramente classista e clientelare ammantata dalla solita retorica sulla meritocrazia.

Ne è dimostrazione ulteriore la previsione contenuta nel DL 80 sulle nuove forme di ingresso nella Pa che, dietro il paravento della semplificazione, di fatto bypassa i concorsi pubblici e si spinge sino alla chiamata diretta. Unitamente alle logiche selettive, arbitrarie e falsamente meritocratiche che ispirano i percorsi di carriera dei lavoratori pubblici già in servizio, determinano un cocktail esplosivo destinato, se non prontamente contrastato, a cambiare irrimediabilmente il volto della PA.

E’ la declinazione al tempo del PNRR del dipendente pubblico fannullone!

E pensare che solo tre mesi fa CGIL, CISL e UIL siglavano in pompa magna il Patto per il lavoro pubblico legittimando di fatto un modus operandi al quale il Ministro ci aveva già ampiamente abituato.

La battaglia per impedire la conversione in legge del DL 80 diviene quindi centrale per costruire un CCNL vero senza ipoteche normative figlie della peggiore cultura intrisa di odio e pregiudizio nei confronti dei lavoratori pubblici.

TUTTO QUESTO LO GRIDEREMO IL 21 GIUGNO!

SERVONO NORME CHE RISOLVANO I PROBLEMI E NON CHE LI MOLTIPLICHINO!

 USB Pubblico Impiego