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Argomento:

Lotto marzo perché lotto tutti i giorni

Nazionale -

L’ 8 marzo all'interno della giornata di sciopero femminista noi lavoratrici e delegate scendiamo in piazza. Scendiamo in piazza perché noi lottiamo tutti i giorni dentro e fuori i luoghi di lavoro.

Già prima della pandemia da Covid-19 la nostra condizione lavorativa era connotata da lavoro povero, part time obbligatori, flessibilità che ci impediva di conciliare i tempi di vita e di lavoro. La pandemia ha accelerato e moltiplicato una condizione materiale che ci vede sfruttate a casa e sfruttate a lavoro.

Noi lavoratrici del sociale, siamo educatrici, operatrici sociali, OSS, assistenti sociali, siamo le figure che permettono al welfare di sopravvivere. Siamo le lavoratrici che accudiscono i bambini nelle scuole, che si prendono cura degli anziani nelle RSA, le lavoratrici che affiancano le donne vittime di violenza nei percorsi di inclusione. Ogni giorno ci prendiamo cura delle fasce più deboli della popolazione, dei soggetti più vulnerabili.

Lavoriamo per le cooperative sociali, oramai le uniche gestrici del welfare privatizzato ed esternalizzato.

Lavoriamo per aziende private, ma svolgiamo servizi pubblici essenziali e fondamentali nella lotta alle diseguaglianze.

Mentre i diritti dei cittadini vengono sempre più limitati dalla gestione privata dei servizi alle persone, i nostri diritti di lavoratrici vengono calpestati ogni giorno dalle cooperative per cui lavoriamo.

La retorica per cui il terzo settore e il privato sociale siano un elemento virtuoso della società si scontra con la nostra condizione materiale. Mentre le cooperative per cui lavoriamo organizzano iniziative sul welfare, sui diritti, sull'uguaglianza, contestualmente il trattamento corrisposto alle lavoratrici è sempre più vessatorio.

La flessibilità che ci è richiesta è unilaterale, dobbiamo gestire la nostra vita in base alle esigenze dell'azienda, quando facciamo gli straordinari non ci vengono pagati perché esiste la banca ore, accumuliamo ore di recupero che possiamo recuperare quando l'azienda lo desidera.

I nostri salari sono miseri, il CCNL impone, anche per chi lavora a tempo pieno, salari bassi ed estremamente poveri. Viviamo una condizione di part time obbligatorio che ci rende lavoratrici povere, ricattabili nel nome della mission aziendale.

Contemporaneamente vediamo che le aziende cooperative, si nutrono di una narrazione sempre più fondata sulla solidarietà e sulla cooperazione come valore, però nei fatti vediamo che la logica della cooperazione viene sostituita dalla logica della sopraffazione e del profitto.

Queste logiche non sono più accettabili dalle lavoratrici, la sopraffazione che viviamo ogni giorno con il benestare dei sindacati confederali non la accettiamo più, vogliamo una vera democrazia nei nostri luoghi di lavoro.

Per questo l'8 marzo scioperiamo, perché noi lottiamo tutti i giorni, per un welfare pubblico, per l'eliminazione del profitto nel sociale, per il rispetto dei nostri diritti, per il rispetto degli stessi contratti che noi abbiamo contestato ma che neanche vengono applicati.

Perché precario è il nostro salario, precario è il nostro contratto, precari sono gli appalti per cui lavoriamo, precari sono i diritti dei cittadini a causa della logica del mercato e degli appalti.

Perciò in continuità con le vertenze e battaglie quotidiane che portiamo avanti per i diritti delle lavoratrici del sociale e proprio a causa delle condizioni di vita che viviamo ogni giorno dentro i luoghi di lavoro abbiamo richiesto un incontro con la dirigenza di Legacoop.

SCIOPERO E PRESIDIO SOTTO LEGACOOP BOLOGNA

Viale Aldo Moro 16 ore 10.00

USB Lavoro Privato