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L'Umberto I appalta l'assistenza infermieristica nonostante una graduatoria con oltre 7000 idonei

Roma -

Maxi appalto di infermieri al Policlinico Umberto 1° di Roma. Con Delibera 1177 del 19/12/2019 il Direttore Generale Panella, supportato dal Direttore Sanitario Dr. Romano e dal Direttore Amministrativo Dr.ssa Bensa, hanno avviato le procedure di esternalizzazione dell’assistenza infermieristica e di supporto al più importante Policlinico Universitario Pubblico del centro Italia, il tutto al modico prezzo di 16 milioni 150.000 Euro all’anno (più iva) per la durata di 3 anni. In particolare sarà appaltato alle cooperative l'assistenza nelle medicine (immunologia, gastroenterologia, pneumologia, ematologia), nel dipartimento di neuroscienze (neurologia e neurochirurgia), in urologia, ortopedia e nel percorso chirurgico intraoperatorio.
Preoccupa l’atteggiamento della Direzione Generale del Policlinico – dichiara il Coordinamento USB Sanità di Roma e Lazio – perché, mentre Regione e Governo si orientano verso una soluzione del precariato in sanità, che comporterebbe anche il recupero del personale esternalizzato alle ditte e cooperative che da anni sopperisce alle carenze di personale ed al blocco delle assunzioni, il Direttore Panella ripropone un percorso di esternalizzazione, in piena autonomia dalla Regione e già saggiamente censurato dal TAR nel 2018.

L’operazione del Dr. Panella non ha eguali, se si esclude una mossa simile ma di minor impatto della ASL Roma 2 che ha dato in gestione esterna solo i 2 reparti a pagamento, non solo perché imponente dal punto di vista economico ma anche perché sottintende due ulteriori mostruosità organizzative: l’intermediazione di manodopera, già censurata dal TAR Lazio nel 2018, e l’ipotesi che tale manovra possa favorire la “cessione del ramo d’azienda”, intervenendo così su alcune unità produttive già dotate di autonomia economica e gestionale.

Una manovra pericolosa che riconferma l’intento di alcuni amministratori pubblici di privatizzare il Servizio Sanitario Nazionale non più attraverso la convenzione con i privati (già ampiamente utilizzata nel Lazio) ma attraverso l’ingresso dei privati direttamente nel pubblico proprio in quei gangli del servizio che più sono indispensabili alla cura delle persone – dichiara ancora USB Sanità. Chi in questi giorni si rivolge al sistema pubblico non vuole certo che l’attuale emergenza COVIN19 sia affrontata con personale precario, flessibile, esternalizzato, ad ore...

Chiediamo un intervento urgente del Presidente Zingaretti a garanzia di un servizio sanitario regionale pubblico e di qualità ed a tutela della salute dei cittadini di Roma e del Lazio – conclude USB – perché i nostri ospedali non siano più gestiti dai profittatori delle cooperative, che utilizzano personale spesso sottopagato, sfruttato e scarsamente tutelato in termini di sicurezza.