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Magna Closures, i lavoratori e le lavoratrici respingono il ricatto: al referendum sull’ipotesi di accordo per i licenziamenti vince il “no”

Livorno -

Alla Magna Clousers di Guasticce (Livorno) è stata recentemente aperta una procedura di licenziamento collettivo per 40 lavoratori. Una decisione della multinazionale che arriva dopo il rinnovo della cassa integrazione e dopo l’accordo sulle politiche attive fatto con il Ministero.

Licenziamenti, a nostro avviso, incompatibili con la cassa in deroga. L' ammortizzatore serve infatti proprio per evitare i licenziamenti.

All’interno dello stabilimento in questi giorni si sono svolte le assemblee e la votazione sull’ipotesi di accordo proposto dall' azienda che prevedeva per i 34 operai l’uscita volontaria e incentivata mentre per i 6 impiegati un ricollocamento con il dimensionamento e una pesante decurtazione salariale.

I lavoratori e le lavoratrici hanno respinto questo ennesimo ricatto da parte della multinazionale. Posizione sostenuta da USB durante le assemblee.

Come USB chiediamo il ritiro immediato della procedura e di attivare subito il confronto con la Regione Toscana per tornare a discutere di un piano industriale e di investimenti che salvaguardino l’occupazione.

Dal punto divista generale crediamo che il settore dell’auto e della componentistica vadano difesi anche attraverso investimenti importanti e con un intervento e un controllo da parte dello Stato. Altrimenti la capacità di trasformare il motore elettrico in una tecnologia matura sarà appannaggio di altri paesi con effetti sociali disastrosi per i lavoratori.

L’Unione Sindacale di base da sola e da tempo sostiene l’attualità e la necessità di difendere l’occupazione, il salario ed il tessuto produttivo riportando quest’ultimo sotto il controllo pubblico attraverso una “nuova IRI”.  Così come sta avvenendo in altri Paesi Europei mentre in Italia questa discussione resta ancora un vero e proprio tabù.

Serve discutere, però, anche di riduzione di orario di lavoro a parità di salario se si vuole affrontare l’imminente transizione ecologica ed industriale salvaguardando le lavoratrici ed i lavoratori di questo paese.

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