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Manifestazione nazionale per il clima, fuori dal fossile: da Piombino a Ravenna in difesa dell’ambiente, della salute e dei lavoratori

Ravenna -

Sabato 6 maggio una delegazione dell’Unione Sindacale di Base ha partecipato a Ravenna alla seconda manifestazione nazionale “Per la giustizia climatica, liberiamoci dal fossile e dalle opere inutili” promossa dalle associazioni Per il Clima, fuori dal Fossile e dalla Rete NoGas no GNL. Una manifestazione molto partecipata che ha visto la presenza di numerosi comitati territoriali da tutta Italia, associazioni ambientaliste, Friday For Future, Lega Ambiente, Collettivo di Fabbrica GKN e diversi soggetti politici che sostengono le battaglie ambientaliste come Potere al Popolo e Rifondazione Comunista.

Come USB siamo abbiamo sostenuto fin dall’inizio questo percorso e le mobilitazioni contro il cambiamento climatico, per l'abbandono immediato delle fonti fossili e per la difesa dell'ambiente e della salute. Un percorso che ha ricevuto un importante contributo attraverso la dura lotta dei cittadini e dei lavoratori di Piombino contro l’installazione di un enorme nave rigassificatrice nel piccolo porto toscano. Parliamo anche di una battaglia per la democrazia e per il rispetto della volontà dei cittadini e delle comunità locali contro le imposizioni dall'alto e le grandi opere inutili e devastanti.

La militarizzazione dei territori, come anche sabato a Ravenna con il divieto di concludere la manifestazione nella piazza principale, e la repressione in atto nei confronti di molti attivisti e attiviste è un segnale chiaro di quanto queste battaglie facciano paura. In Val di Susa come a Piombino e a Ravenna.

Ma a nostro avviso lo sfruttamento dei territori, le devastazioni ambientali e le speculazioni vanno anche di pari passo con lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici. Il nostro paese è ai primi posti per quanto riguarda l'assenza di politiche serie di abbandono delle fonti fossili e conseguenti investimenti nelle rinnovabili, il consumo di suolo, la presenza di impianti fortemente inquinanti che hanno un impatto devastante sulla salute, la fragilità del nostro territorio con conseguenze ormai evidenti e sotto gli occhi di tutti. Proprio la recente alluvione in Romagna ne è l’ennesimo esempio.

Ma l’Italia è anche, appunto, l’unico paese in cui i salari sono diminuiti negli ultimi trent'anni. Dove gli attacchi contro i lavoratori e le lavoratrici si susseguono senza sosta sia dai Governi di Destra sia da quelli della cosiddetta sinistra. Mentre grandi multinazionali come Eni e Snam fanno profitti miliardari grazie alle speculazioni e alla guerra.

L’Unione Sindacale di Base ha promosso uno sciopero generale nazionale per il 26 maggio sotto lo slogan “Abbassate le armi, alzate i salari”. Uno sciopero che si collega alle grandi mobilitazioni dei lavoratori in tutta Europa per ottenere aumenti salariali in linea con i tassi d’inflazione, per la riduzione dell’orario di lavoro e per l’abbassamento dell’età pensionabile.

Contemporaneamente abbiamo intrapreso un percorso collettivo per arrivare alla costruzione di una grande manifestazione nazionale a Roma per giugno contro le recenti decisioni del Governo Meloni su questi temi. Contro le politiche imposte dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti in linea con quelle dei Governi precedenti anche e soprattutto per quanto riguarda le scelte economiche e il posizionamento dell'Italia nella guerra.

Siamo convinti che i temi legati alla difesa dell’ambiente debbano stare all’interno di questo percorso. È importante che tutti i soggetti che quotidianamente, sia a livello nazionale o locale, portano avanti importanti vertenze su questi temi partecipino al percorso di costruzione di questa manifestazione nazionale.

Unione Sindacale di Base