MINISTERO INFRASTRUTTURE: USB, BASTA AL MANSIONISMO
Dalla protesta dei lavoratori primi risultati per una riqualificazione che non costerebbe un Euro in più allo Stato
Ben 800 dipendenti del Ministero delle Infrastrutture svolgono da 20 anni mansioni superiori, ma la loro riqualificazione rimane bloccata nonostante questo passaggio di area non costerebbe un Euro in più alle casse dello Stato.
Sancito da un accordo del 2008, il passaggio è stato in seguito bloccato dalla Funzione Pubblica. Il Ministro Matteoli, distintosi per una proliferazione di consulenti e strutture di missione, non ha mosso un dito per sostenere le rivendicazioni di questi lavoratori impegnati negli uffici della Motorizzazione civile e dell'intero Ministero.
C’è voluta una partecipatissima assemblea di lavoratori, che ieri nella sede di Via Nomentana hanno dato poi vita ad un rumoroso corteo interno fino agli uffici di Matteoli, per ottenere un incontro su questo ed altri problemi dei dipendenti, come il mancato sostegno dell'Amministrazione e del Ministro all'istituto storico della Cassa Assistenza e Previdenza malattie per i lavoratori, finanziata storicamente con risorse interne.
Nell’incontro, conclusosi nel tardo pomeriggio di ieri, il Capo di Gabinetto, Consigliere Claudio Iafolla, si è impegnato all’apertura di un tavolo per recuperare l’accordo del 2008 e che individui entro un mese la possibilità di far affluire ulteriori fondi, anche dai capitoli di bilancio delle infrastrutture, per alimentare la Cassa Assistenza e Previdenza malattie.
L’Unione Sindacale di Base, che ha più volte stigmatizzato la pessima conduzione delle relazioni sindacali da parte del Ministero delle Infrastrutture, continuerà a sostenere le giuste rivendicazioni dei lavoratori che con la loro protesta hanno recuperato il diritto ad un confronto finora eluso, e le funzioni di pubblica utilità in capo al dicastero: protezione civile, sicurezza stradale, sicurezza delle infrastrutture, utilizzo delle risorse interne e politiche di risparmio e di efficienza.