Nota a firma di Franco Rizzo e di Sasha Colautti, Esecutivo Confederale Usb, a poche ore dall’incontro convocato presso il Ministero del Lavoro per l’esame della richiesta di cassa integrazione per 5.200 lavoratori, presentata il 20 giugno scorso
Siamo alla vigilia di un confronto nel quale bisognerebbe davvero affrontare, attraverso un dialogo schietto, il tema dell’insostenibile numero dei lavoratori per i quali si chiede la cassa integrazione. Giova ricordare che, a Taranto come nel capoluogo ligure, si supera il 50% dell’organico. “Bisognerebbe” perché il timore è che invece le organizzazioni sindacali, che pure vengono chiamate al tavolo, siano semplicemente invitate a ricevere comunicazioni relative a decisioni già assunte.
Se così fosse, l'incontro del 2 luglio dimostrerebbe che si stanno operando scelte senza un vero confronto con chi rappresenta i lavoratori, e questo fa sì che il costo di quello che, a questo punto, è uno pseudo-rilancio, ricadrebbe sui lavoratori.
Se si pensa di rilanciare l'azienda, lasciando a casa 5000 persone, significa che il Governo non ha lontanamente iea del peso sociale ed economico di questa scelta, che genererebbe sicuramente un disastro peggiore rispetto a quello di Alitalia.
E’ per questo che ribadiamo chiaramente che per USB il punto di partenza per qualsiasi confronto sui numeri, parte dal piano industriale e dalle massime tutele per i lavoratori ”.
USB Taranto