Oltre 750 morti di lavoro nel 2022, 110 solo in Lombardia. Serve introdurre il reato di omicidio sul lavoro
Nel nostro Paese è in corso una vera e propria strage che non accenna a fermarsi: al 5 settembre sono ben 756 le vittime del lavoro secondo i dati dell’Osservatorio Sicurezza Rete Iside-USB; tra questi sono 534 i morti sul lavoro, mentre 218 sono deceduti in itinere e 4 uccisi dal Covid.
La regione maggiormente colpita è la Lombardia con 110 decessi, seguita dal Veneto con 87: proprio queste zone, considerate tra le più produttive del paese, con la maggior concentrazione di aziende ed industrie, staccano decisamente le altre in questa triste classifica.
Manutenzione, misure strutturali, dispositivi di protezione individuale e formazione sono punti centrali su cui intervenire a tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, ma troppo spesso vengono visti come un mero costo da ridurre dalle aziende. In questo modo si accumulano profitti sulla pelle dei lavoratori, mettendo a rischio la loro salute, la loro sicurezza e le loro vite.
Per questo riteniamo fondamentale la campagna per introdurre il reato di omicidio sul lavoro nel codice penale come strumento di deterrenza: USB e Rete Iside continueranno questa importante battaglia a tutela di lavoratrici e lavoratori, forti di un rapporto di collaborazione che va avanti da anni. Tagliare sulla salute e la sicurezza non può essere vista come “conveniente” per la parte datoriale, introdurre il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi, a nostro avviso, rappresenta l’unica strada concreta da percorrere nell’immediato per porre un freno alla strage di chi lavora.
I dati per regione:
Lombardia 110;
Veneto 87;
Campania 66;
Piemonte 57;
Emilia Romagna 52;
Lazio 50;
Puglia 49;
Sicilia 46;
Toscana 39;
Marche 36;
Calabria 34;
Sardegna 21;
Abruzzo 19;
Trentino, Umbria 14;
Liguria 13;
Basilicata, Estero 10;
Molise 8;
Valle d'Aosta, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia 7
Unione Sindacale di Base
Rete Iside Onlus