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OSS Regione Abruzzo, presidio a Pescara: l’assessore alla Sanità si impegna a rispondere il 15 febbraio alle richieste dei lavoratori

Nazionale -

Questa mattina si è tenuto davanti l'assessorato regionale alla Sanità, a Pescara, il sit-in convocato da USB degli OSS assunti dalle cooperative e aziende che gestiscono i servizi ospedalieri in appalto delle ASL abruzzesi.

Nel corso del presidio abbiamo chiesto all'assessore Verì di scendere per rispondere direttamente ai lavoratori sul merito delle istanze riportate nel comunicato allegato in calce.

Al minuto 40 della diretta Facebook si possono ascoltare le dirette dichiarazioni della Verì e dei lavoratori nel confronto di piazza.

L’assessore Verì ci ha dato appuntamento al 15 febbraio per dare le risposte certe che i lavoratori aspettano. Per quell'occasione convocheremo un nuovo sit-in.

USB Abruzzo

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Siamo a gennaio 2021, a quasi un anno dall’inizio della pandemia di Covid 19, il nostro sistema Sanitario Regionale ha dovuto affrontare sfide prima d’ora inimmaginabili.

Sia nella prima fase dell’emergenza che nella seconda dettata dalla recrudescenza del virus, i nostri presidi ospedalieri hanno vissuto una situazione di forte sofferenza dovuta all’aumento dei casi di pazienti covid positivi e l’aumento di posti occupati nelle terapie intensive.

Da subito è stato palese che il SSR, vittima dei tagli degli ultimi anni e delle politiche economiche derivanti dal commissariamento, non poteva da solo far fronte alle sfide imposte dalla pandemia.

Sia a livello centrale con il decreto Cura italia e la legge di Bilancio 2021, sia a livello regionale, l’obiettivo primario è stato quello di rafforzare i il sistema sanitario partendo prima di tutto dal reclutamento straordinario di personale.

E’ evidente che non basta indire delle procedure straordinarie per rafforzare le decennali carenze di personale, e che non bastano iniziative urgenti per formare il personale sanitario, il quale ha bisogno di anni di formazione universitaria e di una rivisitazione dei criteri di accesso agli studi sanitari.

Per fare fronte all’assenza di una pianificazione che ci avrebbe permesso in questa fase di affrontare l’emergenza, come USB abbiamo chiesto alla politica regionale di ottimizzare le risorse già presenti per scongiurare nuovamente una fase di crisi. Ma dopo 10 mesi dall’inizio della pandemia e alle porte di una nuova ondata di contagi, la Regione è colpevolmente in stallo nell’assunzione degli Operatori Socio Sanitari.

    • Che fine ha fatto il bando OSS pubblicato a luglio 2020?

Ci siamo battuti per la pubblicazione del bando per il reclutamento degli Operatori Socio Sanitari, figura istituita nel 2001 di cui la nostra regione non aveva mai bandito un concorso. Fino ad oggi siamo andati avanti con gli appalti che hanno consentito l’ingresso nella nostra sanità pubblica di molte cooperative e aziende private, che hanno assunto lavoratori con l’obbligo del part time. Nulla da discutere se non fosse che gli appalti, dispendiosi quanto l’assunzione alle dirette dipendenze delle ASL da un punto di vista finanziario, hanno poco a che fare con la programmazione sul lungo periodo.

Sono per natura stessa degli affidamenti determinati in termini cronologici perché condizionati dalla scadenza degli appalti (solitamente gli affidamenti durano dai 2 ai 4 anni) anche se poi si assiste al consolidato meccanismo delle proroghe per spostare in avanti gli affidamenti senza espletare nuove gare per anni. E’ il caso abruzzese, da venti anni siamo vittima della deliberata scelta di non fare fronte alle carenza di personale OSS assunto alle dirette dipendenze della ASL come segnalato dai Piani di Fabbisogno redatti negli ultimi anni (il caso più eclatante appartiene alla ASL02 dove il deficit di OSS supera abbondantemente le centinaia di unità).

Solo grazie alla mobilitazione dei lavoratori siamo riusciti a far pubblicare il concorso nell’estate 2020 che avrebbe dovuto fare fronte a queste carenze. Ma oggi, gennaio 2021, di quel concorso non se ne conoscono gli sviluppi e tutto resta congelato.

    • Che fine ha fatto l’avviso per l’assunzione di OSS a tempo determinato pubblicato a maggio 2020?

Al manifestarsi dell’emergenza pandemica, il Governo ha dato vita al decreto Cura italia, al cui interno ci sono degli articoli (in particolare l’art.2 ter) per il reclutamento straordinario di personale, che hanno consentito alle Regioni di bandire con procedure straordinarie degli avvisi pubblici per la contrattualizzazione di personale a tempo determinato. La ASL2 ad esempio, a seguito del decreto Cura italia, ha pubblicato un avviso rivolto all’assunzione di OSS a tempo determinato nel maggio 2020, ma ad oggi, gennaio 2021, nessun partecipante all’avviso è stato chiamato a prendere servizio.

    • Perché ai lavoratori delle ditte esterne non è stata ancora riconosciuta la premialità covid come per i lavoratori ASL?

Molti dei partecipanti al concorso o agli avvisi per OSS sono gli stessi lavoratori che da anni sono alle dipendenze delle cooperative e ditte esterne, che svolgono il loro lavoro nei presidi ospedalieri della nostra regione e che, a causa della loro condizione di “esternalizzati”, non hanno usufruito del fondo della premialità messo a disposizione dei sanitari che hanno lavorato durante l’emergenza.

Oltre il danno la beffa. Da venti anni negli ospedali, lavorano al fianco degli altri professionisti assunti dalla ASL ma non viene loro riconosciuto né un contratto alle dirette dipende delle ASL attraverso una procedura ad evidenza pubblica né una premialità per aver lavorato in prima linea contro il covid e in molti casi averlo anche contratto.

    • Perché non è stata presa in considerazione la proposta USB di avviso rivolto al personale delle ditte esterne?

Come USB con l’ausilio dei nostri legali abbiamo elaborato una proposta di avviso rivolta all’assunzione degli Operatori Socio Sanitari con una premialità in termini di punteggio per chi ha maturato esperienza nelle cooperative e ditte esterne. La loro professionalità, in questa fase di emergenza potrebbe essere immediatamente disponibile alla ASL perché i lavoratori sono già integrati nei reparti, lavorano in equipe con il personale medico ed infermieristico, e conosco le loro mansioni perché le stanno espletando da anni.

In mancanza delle risposte a queste domande non ci resta altro che la mobilitazione perché abbiamo a cuore la salute dei cittadini della nostra regione.

Non possiamo lasciare il personale sanitario in balia della miopia della politica e delle promesse mai realizzate dei suoi rappresentanti.

Vogliamo risposte sul futuro della sanità.