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Patente a punti per i cantieri edili: in arrivo il decreto attuativo, ma non basta per la sicurezza. Serve il reato di omicidio sul lavoro

Roma -

Dopo la tremenda strage del cantiere di Esselunga di Firenze, una delle più gravi di questo ultimo anno funestato dalle morti del lavoro, è ritornata in auge una proposta che noi di USB e Rete Iside abbiamo sempre criticato: la patente a punti o, meglio, a crediti per la sicurezza nei cantieri edili. In questi giorni, stando alle dichiarazioni del Ministro del Lavoro Calderone, sembra sia in arrivo il decreto attuativo che dovrebbe far si che la norma sia in vigore dal prossimo ottobre.

La patente a punti, una proposta prima maturata negli ambienti del sindacalismo confederale poi fatta propria dal governo Meloni, è prevista dalla legge n. 56/2024 di conversione con modificazioni del Decreto Pnrr-bis. Una misura, a nostro avviso, che non solo è del tutto insufficiente per tutelare la salute e la sicurezza nei cantieri edili, ma rappresenta una vera e propria foglia di fico per una classe imprenditoriale che, troppo spesso, vede nella salute e nella sicurezza di chi lavora un costo da ridurre al minimo per aumentare i profitti.

Il meccanismo, infatti, non interviene sulle reali condizioni di lavoro, né pone una forma di deterrenza, prevendendo delle decurtazioni di crediti solo a fatti avvenuti e la possibilità di recuperarli tramite corsi di formazione. A nostro avviso, invece, serve proprio una deterrenza contro i tagli alle misure salvavita e a tutela della sicurezza di chi lavora: il reato di omicidio sul lavoro, se inserito nel Codice penale, potrebbe finalmente porre un freno alla strage quotidiana di lavoratrici e lavoratori.

Unione Sindacale di Base

Rete Iside