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Penny Market, rimborso invece dello stipendio per i lavoratori

Penny Market pubblicizza in grande stile lo sfruttamento che mette in atto, diffondendo un volantino in cui cerca lavoratori da pagare con rimborso spese

Nazionale -

Non si ferma l’arroganza padronale della catena Penny Market. Continuiamo a denunciare come nella giornata del 1° Maggio, invece di chiudere rispettando i lavoratori che negli anni hanno lottato e sono stati anche uccisi per l’approvazione di diritti e tutele, l’azienda ha obbligato, in modo illegittimo, i propri dipendenti ad aprire i punti vendita, precettandoli nonostante il lavoro festivo non sia obbligatorio. Il tutto pubblicizzato come vanto.

Ma se pensavamo che Penny Market così avesse mostrato il suo peggio, oggi dobbiamo essere smentiti. In questi giorni, la catena di discount sta diffondendo un volantino in cui cerca ragazzi e ragazze per i propri punti vendita “dotati di buona volontà, passione per il commercio e voglia di imparare”. Queste le parole esatte delle caratteristiche richieste.

In cambio Penny Market offre, visto il suo buon cuore, un contratto di stage a rimborso.

Quindi no contratto da lavoro dipendente, nessuna retribuzione adeguata all’orario e alla mansione svolta, nessun diritto.

L’azienda cerca un esercito di precari da sottopagare, presi come stagisti ed utilizzati, a tutti gli effetti, come lavoratori subordinati. Intanto i lavoratori regolarmente assunti, la maggior parte con contratti part time imposti, vengono spostati di negozio in negozio, sperando di portarli allo sfinimento e liberarsene, così da sostituirli con ragazzi e ragazze precari, al minimo delle ore, senza alcuna tutela.

Il penny per il futuro lo lasciamo all’azienda, noi vogliamo contratti stabili e veritieri per quello che effettivamente svolgiamo, la giusta retribuzione per il nostro lavoro, il rispetto di tutte le norme sulla sicurezza e nessuna imposizione su lavoro domenicale e festivo.

Invitiamo tutti i lavoratori, costretti a subire questi abusi, a contattarci per organizzarci uniti.

USB Commercio