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Porto di Taranto, seconda vittima in meno di un anno al IV sporgente: serve introdurre il reato di omicidio sul lavoro

Taranto -

Un operaio di 45 anni, Massimo De Vita, sposato, due figli, è morto schiacciato da una grata alle prime ore di martedì 22 marzo al porto di Taranto, mentre veniva effettuata un’operazione di scarico di pale eoliche al IV sporgente dello scalo tarantino.

Massimo De Vita, deceduto oggi, è la seconda vittima in meno di un anno nella stessa area. Ad aprile scorso Natalino Albano perse la vita, cadendo da una nave sempre nel IV sporgente. Di fronte a questa ennesima morte di lavoro, oltre 200 soltanto da inizio 2022, come USB siamo convinti della necessità di una legge sull’omicidio sul lavoro. Solo in questo modo, infatti, sarà possibile costringere la parte datoriale a prendere le dovute contromisure a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori: in particolare negli scali portuali di tutto il paese va avanti una vera e propri strage di lavoratori, a causa di misure di sicurezza ignorate o aggirate per diminuire i tempi di lavoro e, conseguentemente, aumentare i profitti.

 

Unione Sindacale di Base