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Passeggeri in piedi nelle tratte autostradali del TPL, la Corte d'Appello di Milano: non si può fare

Nazionale -

 

Davide e Aldo, nostri delegati nella società Movibus di Milano, si sono rifiutati di trasportare persone in piedi nella tratta autostradale mettendo in discussione l'ordine di servizio della società; in altre parole hanno utilizzato la loro professionalità e hanno agito nel pieno rispetto del codice della strada e delle normative sulla sicurezza in materia di trasporto di persone.

A fronte della loro scelta, la Movibus, ha dato vita ad un procedimento disciplinare concluso con due giorni di sospensione dal servizio e dalla paga ma Davide e Aldo, affiancati da USB, hanno scelto di portare la questione di fronte al giudice.

Un percorso tortuoso: la società Movibus s.r.l. ha fatto di tutto per spostare l'attenzione dei giudici su elementi che nulla avevano a che fare con il quesito posto tentando di trasformare un reale problema di sicurezza dell'utenza e dei lavoratori in un mero problema di disciplina, di rispetto degli ordini di servizio, di rispetto del personale ispettivo intervenuto evitando di affrontare il nodo centrale che era e rimane quello di aver emesso disposizioni illegittime che rendono pericoloso sia il lavoro che il servizio pubblico svolto. Ovviamente non è mancato il contributo dei soliti “sindacati” di comodo che hanno messo alla gogna i nostri delegati ammonendo i lavoratori tutti con un perentorio "gli ordini di servizio non si discutono”

ORA SI È FATTA CHIAREZZA

Grazie al lavoro svolto dal nostro legale, sul tavolo dei giudici della Corte di Appello di Milano, sezione lavoro, il problema è arrivato chiaro, nudo, senza lasciare spazio ad argomenti fuorvianti; la corte ha rigettato il ricorso della società confermando la sentenza di primo grado che recita“…... i passeggeri di veicoli M2 ed M3, quale l’autobus su cui operava il ricorrente nel caso de quo (classificato, in particolare, nella categoria M3 – cfr. doc. n. 5 di parte ricorrente), debbano obbligatoriamente utilizzare la cintura di sicurezza quando tali veicoli non circolano in zona urbana e percorrono invece tratti interurbani, quali sono certamente i tratti autostradali...”

Una sentenza che dovrebbe essere scontata, è banalmente il Codice della strada, è l' ABC della sicurezza di un servizio pubblico essenziale, la sicurezza degli operatori del settore e, altrettanto banalmente, proprio su questo fattore le società esercenti Trasporto Pubblico Locale, le loro stesse associazioni datoriali, fanno carte false per assicurarsi la possibilità di poter raggirare queste norme, al fine di evitare investimenti e legittimare vetture cariche come carri bestiame, ritenendosi esonerati dal rispetto di ogni tipo di legge e normativa, immuni da ogni tipo di controllo e/o sanzione; tutto in funzione del garantirsi i propri profitti. Non è quindi una problematica esclusiva della Movibus o della città di Milano e i lavoratori autoferrotranvieri tutti lo sanno bene, così come i cittadini che ogni giorno affrontano la problematica del pendolarismo, della mobilità cittadina.

È necessario che tutti escano da questa assuefazione, del vedere cioè come normale gestire un servizio pubblico in spregio ad ogni logica di sicurezza e civiltà.

A fronte di queste sentenze devono essere le prefetture, le forze dell'ordine a sentirsi chiamati in causa

e vigilare affinché sia garantita la sicurezza per i cittadini tutti...

o c'è ancora bisogno di vittime sul lavoro, di disgrazie sulle strade per decidersi ad intervenire?

 

USB Lavoro Privato - Trasporto Pubblico Locale