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Precari Sanità: la stabilizzazione è indispensabile e dannatamente giusta

Nazionale -

A pochi giorni dall’inizio delle ferie estive, migliaia di lavoratrici e lavoratori precari a cui scadrà il contratto a fine giugno rischiano di essere mandati a casa nonostante la pandemia continui, pur con effetti attenuati, a mettere a dura prova l’erogazione dei servizi e delle prestazioni da parte delle strutture del SSN. Emblematici sono i pronto soccorso che continuano ad essere sovraffollati con i tempi di permanenza dei pazienti che raggiungono livelli disumani e inaccettabili e medici e infermieri che lavorano in condizioni esasperanti.

A fronte di tutto questo la politica nazionale e le regioni poco dicono e nulla fanno per dare risposte mentre, invece, il SSN ha assoluta necessità delle lavoratrici e dei lavoratori che in questi duri anni di pandemia sono stati in prima linea nel fronteggiare l’emergenza ed hanno fornito un contributo fondamentale per la tutela della salute pubblica. La stabilizzazione, oltre che indispensabile sarebbe, anche a fronte del pesante tributo pagato in termini di contagi e malattie sul lavoro, il giusto riconoscimento di un diritto guadagnato sul campo.

La maggior parte delle regioni non ha ancora deciso le proroghe dei contratti né avviato il percorso di stabilizzazione e questo, a fronte del pressoché totale blocco delle assunzioni che renderà anche impossibile la gestione pubblica delle strutture che saranno finanziate dal PNRR, è inaccettabile.

Come USB abbiamo ottenuto, in regioni come Campania e Lazio, la  proroga dei contratti fino al 31 dicembre 2022 mentre, in tutte le altre, i lavoratori sono costretti a subire la precarietà assoluta, con dilazioni di pochi mesi e sono costretti a vivere nell’incertezza del rinnovo fino all’ultimo giorno.

Chiediamo quindi con forza a tutte le regioni, di prorogare i contratti a tutte le lavoratrici ed a tutti i lavoratori almeno fino al 31 dicembre 2022 e nel frattempo di avviare prontamente i percorsi di stabilizzazione sia per chi rientra nei 36 mesi di servizio previsti dalla così detta “legge Madia”, sia per chi, essendo stato assunto per l’emergenza Covid, abbia maturato 18 mesi di servizio dei quali almeno 6 mesi fra gennaio 2020 e giugno 2022.

USB, in assenza di risposte adeguate, avvierà un percorso di mobilitazione che la vedrà protagonista per richiedere stabilizzazioni immediate, l’eliminazione dell’anacronistico tetto sulla spesa per il personale ed una massiccia campagna di assunzioni.

Abbassate le, spese, per le armi, alzate la spesa per il personale sanitario.

USB Sanità