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Raffineria Eni di Livorno, doppio volantinaggio di USB: organizziamo un’assemblea su salario e appalti

Livorno -

Inflazione e carovita, mentre in Francia i dipendenti delle raffinerie sono in sciopero per aumenti salariali, a Livorno Eni, che sta incassando miliardi di euro, mette a rischio altri posti di lavoro. Svegliamoci!

Questa mattina doppio volantinaggio di USB alla raffineria Eni insieme alle Rsu. La multinazionale ha dichiarato oltre 10 miliardi di utili negli ultimi 9 mesi ma nel sito di Livorno non si pagano gli stipendi nelle ditte esterne e alla Palumbo si rischiano posti di lavoro (con CCNL multiservizi che prevede paghe da fame).

È davvero questa, in estrema sintesi, la situazione paradossale che ci troviamo a vivere nel sito toscano. Di fronte a questo scenario ci sono dirigenze sindacali che continuano a parlare di crisi del sito di Livorno "consigliando" ai lavoratori di stare buoni e mantenere un profilo basso perché altrimenti ENI potrebbe decidere di ridimensionare lo stabilimento.

Come se una multinazionale prendesse decisioni di questo tipo sulla base di uno sciopero in più o in meno e non, eventualmente, esattamente il contrario.  Più si sta in silenzio e più si rischia di non prendere nemmeno le briciole.

Di seguito il testo del volantino distribuito questa mattina:

A fronte dell’inflazione galoppante e del carovita i dipendenti delle raffinerie Total stanno scioperando con un'unica richiesta. Aumenti salariali del 10%. Lo stanno facendo perché la loro società, al pari di ENI, negli ultimi mesi ha incassato miliardi di euro grazie alla speculazione sui prezzi dei carburanti e del gas.

Questo è ormai un dato di fatto. Che fine stanno facendo questi soldi? Sicuramente neanche le briciole stanno andando ai lavoratori.

Senza voler parlare di massimi sistemi nella raffineria di Livorno il sistema marcio degli appalti al ribasso rischia di mettere in discussione altri posti di lavoro. Parliamo ovviamente della Palumbo. Ma vogliamo parlare anche della ditta De Pasquale che ormai sistematicamente non paga gli stipendi ai lavoratori.

Ad ogni rinnovo di appalto bisogna sempre affrontare perdita di salario e diritti acquisiti mentre anche per i lavoratori diretti le cosiddette organizzazioni sindacali “maggiormente rappresentative” non si stanno muovendo e NON lo faranno.

Inoltre, per quanto riguarda lo stabilimento Livornese si va avanti con annunci roboanti rispetto alla riconversione degli impianti verso il progetto di “bioraffineria”. Solo annunci senza un vero percorso di condivisione con lavoratori e cittadini così come era stato invece promesso.

Sappiamo tutti bene che si sta parlando di investimenti marginali che non garantiranno tutti i posti di lavoro e che rischiano, oltretutto, di apparire come il solito progetto di “Greenwashing” tanto acclamato dai partiti istituzionali senza produrre un abbattimento VERO e concreto delle emissioni inquinanti. La verità, al momento, è che i nostri impianticascano a pezzi, non ci sono manutenzioni e nuovi progetti in previsione.

È arrivato il momento, qui a Livorno, di lanciare un segnale forte. L’alternativa è aspettare che arrivi qualche briciola mentre il 20% del nostro salario se ne va via in bollette e aumenti dei prezzi.

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SUL TEMA DEL SALARIO E DEGLI APPALTI
Unione Sindacale di Base Livorno