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RAPPRESENTANZA SINDACALE: DEPOSITATO IL RICORSO USB CONTRO IL "TESTO UNICO"

Per frode alla legge, violazione della Costituzione e sentenza 231 Corte costituzionale

Roma -

È stato depositato questa mattina, presso il Tribunale Civile di Roma, il ricorso dell’Unione Sindacale di Base contro l’accordo del 10 gennaio 2014 siglato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.

 

Il ricorso (testo in allegato) ha convenuto in giudizio Giorgio Squinzi, Susanna Camusso, Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni e chiede la nullità di gran parte del denominato “Testo Unico sulla Rappresentanza”, con cui i sottoscrittori dell’accordo, a loro parere, intendono integralmente regolare la materia della democrazia sindacale, stabilendo sia chi ha diritto a trattare i contratti collettivi, sia chi ha diritto all’agibilità sindacale all’interno dell’azienda.

 

Fra i motivi alla base ricorso, la frode alla legge (in particolare dell’art. 19 della Legge 300/70) perché l’accordo è sostenuto da motivi illeciti (la realizzazione di un accordo ad excludendum dei possibili competitori sindacali) e perché contrario a norme imperative sia di rango ordinario (gli art. 19 e 15 dello Statuto dei Lavoratori e tutta la disciplina codicistica dell’arbitrato), sia di rango costituzionale (art. 2,3, 21, 24, 39, 40, 111 Cost.).

 

L’USB fa inoltre riferimento alla sentenza della Corte costituzionale (la 231 del 2013), antecedente all’accordo oggetto del ricorso, che ha sancito i principi guida della democrazia sindacale, affermando come l’esclusione dalla titolarità dei diritti sindacali di “un soggetto maggiormente rappresentativo a livello aziendale o comunque significativamente rappresentativo…viene inevitabilmente in collisione con i precetti di cui agli artt. 2, 3 e 39 della Costituzione”.