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Regione Lazio, strappata la sanatoria, ma la giunta Zingaretti utilizza il decreto Renzi/Lupi per limitarne l'efficacia

Roma -

A notte inoltrata il Consiglio regionale del Lazio ha approvato l’emendamento sulla regolarizzazione degli inquilini senza titolo, un provvedimento limitato alla data del 23 maggio 2014, oneroso per i più poveri, anche se grazie alla mobilitazione, alla nostra ferma opposizione, sono stati apportati al testo iniziale dei miglioramenti: abbassata a 200 euro mensili la sanzione limitata agli ultimi cinque anni, con riduzioni in caso di minori o disabilità. Non è stato quindi applicato il canone sanzionatorio. Inoltre la Giunta, nell’incontro di mercoledì scorso, si è impegnata ad emanare successivamente un atto per stabilire i criteri di rateizzazione in base alle capacità economiche dell’inquilino che fa richiesta di regolarizzazione.

Dopo anni di battaglia di ASIA-USB, insieme ai Movimenti per il diritto all’abitare, è stata riconosciuta la necessità di approvare un atto che affrontasse il tema delle case popolari.

Con la scelta da parte dell’amministrazione Zingaretti e del suo assessore Valeriani di sposare in pieno il Decreto Renzi/Lupi si lascia, però, spazio al riavvio degli sfratti di massa per chi è subentrato dopo il 2014 (uno scarto temporale assurdo di 6 anni), pur se in possesso dei requisiti di permanenza per l’edilizia pubblica. Per tutti, anche per coloro che temporaneamente (24 mesi) possono rimanere nelle case e fare il bando per pubblico, non sarà possibile avere le residenze e l’allaccio delle utenze.

L’ASIA-USB esprime una forte critica ed insoddisfazione verso questo provvedimento, come al solito parziale, il quale non affronta il tema vero che è quello della gestione delle case popolari e della loro importanza nel contesto dell’abbandono delle periferie lasciate al degrado.

Abbiamo tentato, inascoltati da una politica trasversale e sorda (una parte del M5S e del PD, tutta la destra, con in testa la Lega) che ha riproposto anche durante il dibattito il solito cliscé “inquilini delle case popolari uguale delinquenti”, di mettere sul tavolo una vera discussione sul rilancio dell’edilizia pubblica, sulla funzione dell’Ater e del Comune di Roma, che si lamenta che gli inquilini non pagano, dimenticandosi che i suoi Uffici non sono in grado nemmeno di spedire i bollettini di affitto.

La nostra battaglia è stata e sarà quella di invertire la tendenza all’incuria in cui sono lasciate le case popolari, alla trasformazione della loro funzione, alla privatizzazione attraverso la vendita, che sta favorendo il processo di speculazione (alloggi affittati illegalmente o trasformati in B&B).

Continueremo a rivendicare il riconoscimento del diritto alla casa per tutti coloro che hanno i requisiti, portando questo dibattito nei caseggiati, nei quartieri popolari e in tutte le periferie. Proseguiremo e organizzeremo la lotta per una vera regolarizzazione di chi ha diritto, per una svolta della politica della casa, per il finanziamento di una nuova Gescal regionale, per un nuovo piano di emergenza che porti al recupero di migliaia di alloggi tenuti sfitti, per la tutela degli inquilini colpiti dalla crisi, per rivendicare il risanamento delle case e dei quartieri popolari.

ASIA-USB