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RICERCA: LAVORATORI ISS DANNO BENVENUTO AL MINISTRO LORENZIN. DOMANI PRESIDIO AD ENTRATA PRINCIPALE DELL'ISTITUTO

Roma, viale Regina Elena 299 - ore 9.00

Roma -

I lavoratori dell’Istituto Superiore di Sanità si preparano ad accogliere il Ministro della Salute Lorenzin, che interverrà ad un convengo organizzato all’istituto, con un presidio all’entrata principale di viale Regina Elena 299, dalle ore 9.00 di domani, 31 maggio, per rivendicare stabilità per i lavoratori precari, rilancio dell’ISS attraverso il processo di riordino in atto e sblocco del contratto nazionale della Ricerca.

 

“I lavoratori dell’ISS, come tutti i dipendenti pubblici, sono in grande sofferenza”, spiega Cristiano Fiorentini, dell’Esecutivo Nazionale di USB Pubblico Impiego. “In questo istituto ci sono centinaia di precari, con contratti a TD, Co.Co.Co. ed esternalizzati, ai quali questo governo sta negando qualsiasi prospettiva di stabilizzazione, che rischiano il posto di lavoro in virtù di un bilancio sempre soggetto a tagli, con cui non c’è certezza di poter garantisce il rinnovo dei contratti”.

 

“Tutti i lavoratori dell’ISS hanno inoltre gli stipendi fermi al 2009 – evidenzia Fiorentini - per il reiterato blocco del contratto nazionale, che ormai ha causato un impoverimento di fatto di tutti i dipendenti pubblici. Infine c’è il riordino in atto dell’Istituto, attraverso il quale temiamo si possa realizzare un ridimensionamento, con grave danno alla ricerca sanitaria in Italia e conseguenze nefaste per il futuro dei lavoratori, in particolare quelli precari”.

 

“Le politiche di questo Governo - continua il dirigente USB - stanno andando esattamente nel verso opposto a quello che chiedono i lavoratori, per cui  la protesta di domani è un atto dovuto nei confronti di un rappresentante dell’Esecutivo in carica”.

 

“Centinaia di lavoratori dell’ISS erano presenti in piazza già il 22 maggio scorso, per la stabilizzazione dei precari e lo sblocco dei contratti nazionali. Porteremo le stesse motivazioni nella protesta di domani insieme a quella più specifica del riordino di un istituto che rappresenta un’enorme risorsa per il Paese e che rischia di essere dilapidata”, conclude il dirigente sindacale.