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Rinnovi contrattuali: il Ministro Zangrillo e la matematica creativa come arma di distrazione di massa

Roma -

170 euro lordi di aumento per i rinnovi contrattuali. É questa la cifra annunciata dal Ministro e rilanciata in pompa magna da tutti i giornali, correlata da titoli sulle “ricchissime” buste paga che avranno le lavoratrici e i lavoratori pubblici prima di Natale.

Una cifra che corrisponderebbe ad uno stanziamento per le amministrazioni statali pari a 5 miliardi. Tralasciando in questa sede l'insufficienza delle risorse stante l'inflazione galoppante (gli aumenti corrispondono ad un terzo di quanto perso in termini di potere d’acquisto dei salari), vogliamo capire come si arriva alle cifre annunciate dal Ministro. E i conti non tornano.

La scorsa tornata per le amministrazioni statali furono stanziati 3,75 miliardi: a questa cifra corrisposero nel comparto Funzioni Centrali aumenti medi lordi degli stipendi tabellari pari a circa 85 euro, nella Scuola e negli enti locali anche leggermente inferiori.

Come è possibile che i 5 miliardi stanziati per questa tornata contrattuale producano ora aumenti pari a 170 euro lordi?

O ancora. Nella precedente tornata gli 85 euro medi lordi di aumento tabellare corrispondevano ad aumenti pari al 4 percento.

Come è possibile che adesso aumenti pari al 6 percento producano una cifra media di aumento addirittura raddoppiata?

Non sarebbe dall'altronde la prima volta che vengono sparate cifre destinate ad essere rapidamente ridimensionate.

È probabile che siamo di fronte alla solita media del pollo di Trilussa, ma anche ad un Governo che va avanti a suon di spot demagogici, sostenuto da una stampa che quando si tratta di sparare sui dipendenti pubblici non si fa certo pregare. Se anche si volessero inserire i dirigenti, i magistrati, i docenti universitari, etc per alzare la media i 170 euri medi strombazzati dal Ministro Zangrillo risulterebbero comunque esagerati.

La verità è che il Governo ha stanziato meno di un terzo di quanto avrebbe dovuto e cerca di imbonire i lavoratori pubblici facendogli arrivare l’anticipo, raccomandandosi di tenerlo separato dalla 13esima altrimenti non risalterebbe la bontà del Governo.

La verità è che ci stanno imbrogliando e ancora una volta mettono le mani nelle nostre tasche.

Non facciamoci fregare: il 17 novembre sciopero generale del pubblico impiego!

Vogliamo aumenti veri e non giochi di prestigio o imbrogli sulla nostra pelle.

Unione Sindacale di Base