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Argomento:

Rinnovo contrattuale Vigilanza, il “bidone” è servito

Torino -

Il ricorso al voto d’approvazione era risultato insolito fin dall’inizio. Un ritorno alla partecipazione dei lavoratori alla vita sindacale? Un ritorno al passato? No, noi non ci siamo bevuti la storiella nemmeno per un attimo. La modalità di voto in assemblea ha avuto il solo fine di ribaltare sui lavoratori la responsabilità di approvare una proposta così inconsistente.

Come sempre, però, questi sindacati ne sono venuti fuori con un titolone, al pari di quello partorito dopo la firma della ridicola ipotesi di rinnovo. Questa volta il messaggio è stato: “Una proposta approvata con l’85% dei voti favorevoli…”.A leggerla così, sembrerebbe un tripudio di consensi. Un consenso largo dei lavoratori nell’approvare e ritenere soddisfacente questa elemosina.

Non prendiamoci in giro. Leggendo il comunicato unitario – per quanto lo saranno ancora (uniti) è tutto da vedere – la triplice si dice soddisfatta perché questo voto “riconosce l’impegno delle tre segreterie”. Quale?

Soddisfatti, loro, lo sono certamente: soddisfatti per aver fatto digerire un accordo “bidone”: 140 euro lordi (poi si vedrà questi 20 euro di AFAC dove finiranno, perché sull’ipotesi è chiaramente scritto che cesseranno di essere erogati a tale titolo) a 10 anni dall’ultimo contratto e dopo 7 anni e mezzo di contrattazione sono proprio un bidone.

Quindi, al di là delle fandonie che leggiamo e dei commenti dei delegati autocelebrativi, vantando il merito di aver portato a casa un grande risultato, i 100.000 addetti sono stati bidonati.

Il risultato decantato dell’85% di voti favorevoli, merita un approfondimento. Il dato sbandierato come successo è la risultanza della sfiducia dei lavoratori che, disgustati dall’operato di questi sindacati, hanno disertato le assemblee, che sono state contraddistinte da una scarsa affluenza. L’assenteismo è stato il vero protagonista di questa consultazione. Però, l’assenza al voto non ha fatto altro che agevolare il sistema di approvazione: poche presenze, pochi voti necessari per far passare la proposta.

Il risultato era già scritto. Far passare il bidone e farlo passare con l’approvazione di chi lavora. Così, la responsabilità è dei lavoratori e non delle segreterie (che pure lo avevano già firmato).

Il problema, però, resta sulle spalle di 100.000 lavoratori e lavoratrici che dovranno sottostare per un po’ di anni a questo scempio contrattuale.

Di chi è la colpa?

Di chi ha disertato le assemblee?

Di chi ancora ripone fiducia in questi Sindacati?

La responsabilità è di tutti.

È responsabile chi non partecipa più a questa dinamica e se ne è chiamato fuori perché ha perso le speranze. Il disinteresse lascia campo libero a questi sindacati per procedere allo smantellamento delle tutele.

È responsabile chi continua a difendere questi soggetti, mentendo anche a sé stesso e andando contro i propri interessi, pur di giustificare le ragioni di una scelta sindacale rivelatasi fallimentare. Se un operatore è condannato ad una paga oraria di 4€/h, il fallimento è evidente.

Sono responsabili, più di chiunque altro, le segreterie sindacali che firmano questi accordi giustificando il fallimento contrattuale attribuendone la responsabilità agli iscritti “che tanto non scioperano” e non all’incapacità di rappresentarli.

Una cosa è certa: non possiamo sperare che chi sottoscrive una proposta del genere – e poi se ne lava le mani facendola votare ai lavoratori – possa davvero risollevare le sorti di un settore.

L’unica alternativa a tutto questo? Creare un’alternativa.

Possiamo farlo. Possiamo unirci e organizzarci affinché i futuri accordi non siano più contrattati da chi, firma dopo firma, ci condanna alla povertà.

Abbiamo scritto una PIATTAFORMA CONTRATTUALE con l’impegno e il contributo di tante guardie e operatori fiduciari. L’obbiettivo è costruire un contratto scritto e voluto dalla base che tuteli e riconosca il giusto salario a chi lavora.

Nell’attesa che la proposta acquisti sempre più peso con la raccolta firme già in corso, noi continueremo a contrastare il Ccnl vigente e questo rinnovo. Continueremo a lottare in ogni tribunale per far condannare le paghe infami e incostituzionali sottoscritte da questi 4 soggetti.

USB Vigilanza