Rinnovo del CCL Rai: vince il sì, perdiamo tutti
L’Unione Sindacale di Base non si unisce ai cori di giubilo delle sigle firmatarie per la vittoria del “SÌ” al Referendum che ratifica l’accettazione della proposta di rinnovo del CCL RAI.
Un rinnovo che arriva dopo una gestione che potremmo definire “tiepida” quando non propriamente “aziendalista” del dissenso che aveva seguito la precedente proposta, rifiutata dalle lavoratrici e dai lavoratori, da parte delle sigle firmatarie.
Un rinnovo che siamo sicuri si dimostrerà insufficiente a sanare i danni economici causati dall’inflazione e dall’aumento di tutti i prezzi già con le buste paga di maggio, ripulite dall’una tantum molto inferiore al corrispettivo della vacanza contrattuale.
Soprattutto, la firma di questo rinnovo sancisce una vittoria schiacciante dell’Azienda, che dimostra di poter vincere non più “nonostante”, ma “grazie” ai sindacati. Un’Azienda che di fronte alle richieste di aumento salariale, centrali nello sciopero di settembre, ha presentato alla delegazione contrattuale la stessa cifra della precedente proposta, dichiarando in sostanza di non riconoscere le ragioni dello sciopero.
Davanti a questo atto di forza, ci saremmo aspettati un sollevamento da parte delle altre sigle sindacali, che speravamo avrebbero riconosciuto in questo un attacco frontale non solo alle lavoratrici e ai lavoratori impegnati in una lotta molto più avanzata, ma alle istituzioni stesse dello sciopero e del Sindacato.
“Abbiamo scioperato, e non abbiamo ottenuto niente”.
Queste sono le parole agghiaccianti che abbiamo sentito più spesso da parte delle lavoratrici e dei lavoratori che in larga parte hanno preferito la sicurezza di un rinnovo molto al di sotto di quanto fosse giusto, rispetto a una lotta più dura ma senza fiducia nei confronti delle sigle sindacali. E questa è una sconfitta che pagheremo tutte e tutti per molto tempo.
Ci domandiamo quindi in che misura e per quali accordi le altre sigle sindacali considerino un successo un prezzo così alto da pagare.
Davanti a tutto questo, e consapevoli dell’enorme lavoro da fare per ristabilire la giusta fiducia tra classe lavoratrice e sindacato, facciamo appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori: uniamoci nella lotta, non permettiamo che l’arroganza dell’Azienda e la prudenza dei sindacati ci indebolisca al punto da considerare impossibile un reale miglioramento delle nostre condizioni.
Spesso si dice che l’USB non firma i contratti e per questo siamo tacciati di idealismo e mancanza di senso di responsabilità. La verità è che noi non firmiamo contratti brutti e sempre di più questa scelta ha portato negli altri settori del lavoro privato e pubblico (rinnovo del CCNL metalmeccanici, Funzioni Centrali, Sanità, Istruzione, Trasporto Pubblico Locale) a un aumento delle lotte per rinnovi dignitosi, in linea con l’aumento del costo della vita.
Uniti, organizzati e militanti in un sindacato di lotta e conflittuale possiamo decidere noi stessi cosa e quanto ottenere dall’Azienda attraverso il nostro impegno, senza subire le decisioni di chi, troppo spesso lontano dalle nostre esigenze, ha dimostrato poca voglia di lottare e troppa di trovare l’accordo a tutti i costi.