Rinnovo della Consulta alle battute finali, USB: candidature che pesano sulla storia e sul destino dei dipendenti Alitalia
Martedì 14 gennaio dopo mesi di trattative è convocato in sessione congiunta il parlamento per la votazione e la scelta dei nuovi giudici componenti della Corte Costituzionale. Dopo mesi di trattative tra maggioranza e opposizione evidentemente si sta trovando un accordo. L’organismo della Consulta è uno dei più importanti dello Stato, dove arrivano questioni di carattere generale, chiamato a indicare la strada costituzionale su questioni rilevantissime e complessive. Ma stavolta la scelta sulla quaterna dei nomi impatterà anche sul destino dei dipendenti del Gruppo Alitalia e di un pilastro del diritto del lavoro.
Nei mesi scorsi, a valle delle impugnative per l’esclusione dei lavoratori dalle assunzioni nei rami d’azienda che hanno rilevato le attività della ex compagnia di bandiera, Ita Airways, Swissport e Atitech, specificamente per un gruppo di ricorrenti per il ramo Aviation, la giudice Orrù aveva rinviato l’ammissibilità costituzionale delle procedure di cessione delle attività senza l’applicazione della clausola sociale ex art.2112 che prevede anche il passaggio delle persone. Il quesito è stato posto in maniera del tutto astratta, quindi per il futuro relativo a qualunque categoria di lavoratori.
Ora rileviamo che uno dei nomi possibili della quaterna di candidati, il professor Massimo Luciani, è stato assunto da Ita Airways, cioè da un’azienda di proprietà del Mef, proprio per difenderne le posizioni. Ciò evidenzia un vulnus e un conflitto di interessi palese, laddove un giorno la Corte sarà chiamata a dirimere la questione generale di uno dei pilastri del diritto del lavoro. Temiamo e denunciamo il rischio di pregiudizio da parte di chi ha sposato una tesi opposta agli interessi dei lavoratori.
Se, come sembra, il Partito Democratico e l’opposizione di centrosinistra sono sostenitori della candidatura di Luciani, questi partiti si dovrebbero ricordare che è nei dettagli che si nasconde il diavolo, oltre comprendere perché da anni i lavoratori non credono più a questo schieramento politico.
Nel ricorso alla Corte Costituzionale per i lavoratori Alitalia, USB si è costituito nel ruolo “Amicus Curiae” come soggetto terzo, per la difesa degli interessi degli stake holders che sono appunto le persone. Si tratta di figura giuridica della norma statunitense, introdotta nell’ordinamento italiano tesa a supportare le tesi in sede di Corte Costituzionale, in questo caso di chi vorrebbe vedere che lo scempio avvenuto in Ita non accadesse mai più.
Qualunque sia la valutazione che ha spinto le forze di maggioranza e opposizione a fare questo nome, sappiano che USB contrasterà e porterà in evidenza ogni valutazione pregiudiziale sulla vergognosa vicenda della cessione degli assett di Alitalia. A oltre tre anni dall’epilogo della vicenda che ha regalato a Lufthansa un pezzo del pil italiano del trasporto aereo, si cerca di assestare l’ennesimo colpo per demolire ogni resistenza giuridica dopo l’interpretazione autentica della norma, imposta dal governo con il Dlgs 131/2023. Nella vicenda Alitalia purtroppo, nessun governo, nessun partito si è distinto per evitare il disastro industriale e ora negli incastri di nomine e sfere d’influenza accade anche questo, ma nulla ci farà retrocedere dalla difesa di diritti sacrosanti, il gioco delle spartizioni non può sacrificare principi.
USB Lavoro Privato