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Roberto Sassi, un compagno e un fratello

Roma -

Sabato pomeriggio ci ha lasciato Roberto Sassi. Una notizia improvvisa cui non volevamo credere. Roberto – per tutti Roby - fu tra i promotori a Bologna della RdB, il primo tra i sindacati che si opponevano a Cgil Cisl Uil negli anni ‘80 dello scorso secolo, con una capacità non comune di analizzare le tendenze del capitale che nei decenni successivi si sarebbero dispiegate con tutta la loro potenza devastatrice sulle lavoratrici e i lavoratori.

In occasione della Conferenza Nazionale d’organizzazione della Federazione RdB, tenutasi a Castellammare di Stabia nel dicembre 1994, Roby analizzò il diffondersi del ‘lavoro grigio’, ponendo l’attenzione su tutte quelle forme di rapporti di lavoro che cominciavano a diffondersi, andando a collocarsi in una fascia tra il lavoro nero, illegale, e quelli regolati dalla contrattazione, mentre a distanza di poco tempo ci forniva documentazione sulle delocalizzazioni che allora cominciavano a prendere piede nei paesi dell’ex blocco sovietico, dalla Polonia alla Romania in prima battuta, sintetizzando il fenomeno nel fatto che presto avremmo dovuto volantinare davanti alle fabbriche di Timisoara.

Un compagno, un fratello, che univa alla lucidità dell’analisi la pratica militante, con la capacità non comune di sapersi rapportare alle nuove leve di giovani compagne e compagni, di delegate/i sindacali, in un percorso di ricostruzione di memoria storica, mai accademica perché vissuta in prima persona.

Lo abbiamo avuto vicino fino alle ultime manifestazioni e lo avremmo voluto per tanti anni ancora.

Ciao Roberto.

Le compagne e i compagni di USB

Roma, 17.07.23